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Internet e Minori: l'Italia è spaccata in due

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Secondo l'Istat, da un'elaborazione dei dati specifici per i minori, sono 452.000 gli adolescenti che non hanno mai usato Internet

Secondo una ricerca Ipsos per Save the Children, da un’elaborazione dei dati  specifici per i minori è emerso che sono 452.000 gli adolescenti che non hanno mai  usato Internet:  l’11,5% dei ragazzi  che vivono in Italia tra gli 11 e i 17 anni, con una percentuale più elevata nel Sud e nelle Isole (17,4%).

I minori che risultano disconnessi da Internet sono tagliati fuori anche da altre opportunità educative e culturali e questo li allontana ancora di più dai loro coetanei, infatti tra quelli che non si sono mai connessi in Internet sono 269.000 i ragazzi che non hanno letto nemmeno un libro nell’ultimo anno e 187.000 che nello stesso periodo non sono mai andati neanche al cinema.

Possiamo quindi vedere i due volti dell’era dello smartphone: mentre da un lato ci sono i giovanissimi spesso connessi con gli smartphone e i tablet, che si danno appuntamento con persone conosciute solo sul web o su gruppi di WhatsApp e App simili,  dall’altra parte troviamo  i “disconnessi”; due facce della stessa medaglia che rivelano la falsa visione di quella che viene chiamata generazione dei “nativi digitali”.

I primi, quasi sempre connessi, utilizzano WhatsApp e Instagram, metà di essi conoscono abbastanza bene le regole che governano la privacy nella Rete (51%), ma non se ne preoccupano più di tanto, intrecciano relazioni “virtuali” nei gruppi di conversazione sulle applicazioni di messaggistica dei loro smartphone e spesso anche con persone che non conoscono direttamente;  uno su quattro invia messaggi, video o foto con riferimenti sessuali a gruppi dove non conosce tutti i partecipanti e uno su tre si dà appuntamento con persone conosciute solo tramite questi gruppi.

E poi ci sono quelli che dalla Rete sono fuori. La situazione economica delle famiglie di appartenenza sembra essere un elemento significativo; infatti tra le famiglie che dichiarano di vivere in condizioni economiche “assolutamente insufficienti” si registra un 22,7% degli adolescenti “disconnessi”, mentre tra quelle con “risorse scarse” sono il 14,2%. Purtroppo la disconnessione da Internet si associa spesso con l’assenza di altre opportunità culturali, pertanto, mentre tra quelli che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi il 72,7% ha vissuto nell’ultimo anno almeno tre diverse esperienze culturali significative (come ad esempio leggere un libro, andare ad un museo, a teatro, o al cinema o assistere ad un evento sportivo), tra i “disconnessi” questo dato scende al 38,8%, infatti nello stesso periodo il 21% dei disconnessi (un adolescente su cinque) non ha svolto nessuna di queste attività culturali.



Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia, afferma che “i nuovi media rappresentano una grande opportunità per i nostri ragazzi, per la loro crescita personale e formativa. L’accesso a queste tecnologie è un diritto che dovrebbe essere garantito a tutti i ragazzi, così come un’adeguata formazione nell’utilizzo di questi strumenti e la sicurezza di potersi muovere in un ambiente digitale che non nasconda rischi o pericoli. Il rischio è quello di trovarci di fronte a dei “nuovi analfabeti”, che non hanno la possibilità di utilizzare le nuove tecnologie o che non hanno le necessarie competenze per farlo. È fondamentale garantire ai nostri adolescenti il diritto all’accesso, alla formazione e alla sicurezza di queste tecnologie e, le istituzioni e la scuola in primis e le famiglie e le aziende ICT devono essere più consapevoli di questa responsabilità ”.

Anche Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children denuncia: “L’accesso ad Internet e alle tecnologie digitali dovrebbe essere un diritto per tutti i ragazzi, al pari dell’istruzione. Questi dati ci fanno scoprire che il “digital divide” non è un problema che riguarda solo gli adulti e gli anziani, ma investe anche la “generazione 2.0″.

Questi dati allarmanti sono il campanello d’allarme di un vero e proprio nuovo analfabetismo; infatti oggi un ragazzo che non si è mai connesso ad Internet è di fatto un ragazzo disconnesso anche dalla realtà che lo circonda e difficilmente potrà recuperare negli anni questo divario educativo che si è creato durante l’adolescenza.

Chiediamo un impegno da parte del Governo perché le scuole siano messe nelle condizioni di colmare questo digital divide che discrimina i ragazzi e le ragazze delle famiglie più povere e meno istruite rispetto ai coetanei. Non solo con le “lim” ma con un cambiamento complessivo del modo di insegnare e di apprendere. Il fatto che all’assenza di opportunità di accedere alla Rete si sommi spesso anche la mancanza di altre opportunità culturali, crea di fatto una barriera insormontabile allo sviluppo delle potenzialità e dei talenti di questi ragazzi, pregiudicandone il futuro”.

Save the Children promuove, in molti dei suoi progetti, in particolare attraverso il progetto “Generazioni Connesse”, un uso consapevole di Internet e dei nuovi media da parte dei bambini e degli adolescenti. Il progetto prevede interventi di sensibilizzazione, formazione e attività di peer-education nelle scuole; è un polo di riferimento anche per educatori e genitori, e offre inoltre due servizi per gli utenti della rete: un servizio “hot line” che consente di segnalare la presenza on line di materiale pedopornografico, e un servizio di “help line”, in grado di fornire supporto, in particolare a bambini, adolescenti e genitori, su esperienze negative o problematiche nell’utilizzo dei nuovi media.

Per contrastare la mancanza di opportunità formative per tanti minori, Save the Children ha lanciato la campagna di sensibilizzazione e intervento che prende il nome “Illuminiamo il futuro”, creando 11 “Punti Luce” in 8 regioni italiane (Sicilia, Calabria, Puglia, Campania, Lazio, Liguria, Piemonte, Lombardia): sono spazi ad alta densità educativa in zone prive di servizi, dove bambini e adolescenti possono studiare, giocare, avere accesso ad attività sportive, culturali e creative, tra cui laboratori per un uso appropriato di Internet e formazione ed accompagnamento nell’utilizzo del computer per lo studio e i compiti. Nei casi di particolari condizioni di povertà accertata, viene predisposta una dote educativa individuale per l’acquisto di libri e materiale scolastico, l’iscrizione a un corso di musica, o sportivo,o  di informatica, o per la fornitura di un pc, la partecipazione ad un campo estivo o altre attività educative. Sono circa 1.800 i bambini che nel 2014 hanno frequentano i Punti Luce aperti da Save the Children in Italia. La previsione è di supportarne 4000 entro il 2015, assegnando 1.000 doti educative e di aprire ulteriori Punti Luce.

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