E’ passato quasi un anno dall’allarme fatto scattare da Kaspersky per l’Italia a inizio 2021. A ridosso del 2022, il nostro rimane al secondo posto nella classifica europea redatta dalla nota azienda russa specializzata nella produzione di software progettati per la sicurezza, in tema di stalkerware.
Con il termine stalkerware si indentificano quei programmi software, strumenti, applicazioni e dispositivi che permettono, nel maggiore dei casi a qualche male intenzionato, di spiare (o per restare in tema, stalkerizzare) la vita privata di un possessore di smartphone, più in generale di un dispositivo mobile.
Anche se il termine è chiaramente di stampo inglese, in Italia si conosce molto bene l’accanirsi da remoto contro gli altrui dispositivi, che si trasformano in grimaldelli in grado di aprire le porte delle vite private delle persone. Eravamo secondi per il maggior numero di app maligne a inizio 2022, siamo rimasti esattamente lì.
Non è difficile acquistare e installare programmi per stalkerware, in Italia è più facile di quello che si può immaginare, stando ai numeri di Kaspersky: programmi che funzionano in background, per tenere il possessore di un dispositivo all’oscuro di tutto.
La ricerca di SAPIO ha lo scopo di misurare l’effettiva diffusione degli stalkerware, chiamati più precisamente “spouseware” nei paesi di natura anglosassone, per raccogliere dati in grado di porre un freno questo fenomeno, che va compreso meglio. Tant’è.
Il 6% degli italiani ammette di aver installato uno stalkerware sul dispositivo del partner. “Nonostante le evidenti connotazioni immorali, dal punto di vista legale gli stalkerware si posizionano in un’area grigia – si legge sul report di Kasperky – spesso le app di stalkerware operano sotto le mentite spoglie di app per il controllo parentale o soluzioni antifurto, espediente che permette loro di rimanere nei vari marketplace di app come accade per le normali app Android”.
Il 14% degli italiani sospetta che un partner li abbia spiati con un’app, mentre il 24% teme che il partner violi la propria privacy digitale, tramite messaggi (38%), social (36%) o e-mail (34%). Il numero fra chi ha subito abusi (27%) che tra chi non ne ha subiti (5%) fa capire benissimo che l’istallazione di app maligne, che controllano la nostra vita, indicano che stalkerware e abusi vanno di pari passo. E pensare che il 60% degli intervistati italiano non sa cosa siano gli stalkerware, eppure quasi due terzi degli italiani che ritengono che sia corretto monitorare il partner lo farebbero se ritenessero il partner infedele (70%), per la sua sicurezza (52%) o se sospettassero un suo coinvolgimento in attività criminali (59%).
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Quasi la metà (44% in Italia e 48% a livello globale) monitorerebbe il partner consensualmente: il 25% (sia per l’Italia che a livello globale) nell’interesse della “piena trasparenza” in una relazione e un ulteriore 19% di italiani (contro il 24% a livello globale) in determinate circostanze (se si trattasse di sicurezza fisica o se il monitoraggio fosse reciproco).
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I risultati della ricerca mostrano oltre ogni dubbio che gli stalkerware sono un problema grave. Uno dei rimedi, fa notare Kaspersky è quello di capire quando c’è qualcosa che non va nel nostro smartphone, per esempio: dati mobili in esaurimento prima del previsto o la batteria che si scarica troppo velocemente, meglio controllare subito quali app stanno consumando le risorse del telefono. Occhi puntati, soprattutto, su quelle applicazioni che hanno accesso alla posizione, controllabili su Accessibilità, che si trova dentro impostazioni.
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