La Cina presenta il prototipo di un treno a levitazione magnetica (Maglev) in grado di approssimare la velocità di un aereo. Si spera che tra sei anni possa essere già operativo.
Presentato in Cina un treno a levitazione magnetica (Maglev) che raggiunge i 620 km all’ora e sarebbe potenzialmente in grado di raggiungere addirittura gli 800 km/h, avvicinando paurosamente la velocità di un aereo. Il prototipo, progettato da ricercatori dell’Università di Jiaotong. è stato svelato a Chengdu, capitale della provincia del Sichuan, su una pista sperimentale di soli 165 metri.
Secondo la squadra di ricercatori, il loro prototipo promette prestazioni non solo migliori ma anche più economiche rispetto al vero concorrente della Cina nel campo dell’alta velocità a levitazione magnetica, ossia il Giappone. Il paese del Sol Levante prevede di rendere operativa nel 2027 una linea Maglev basata sulla tecnologia della superconduttività che toccherà i 500 km/h.
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Ma a differenza dei rivali nipponici, il treno cinese non ha bisogno di elio per creare la condizione di superconduttività, come spiega uno dei membri del team, il professor Deng Zigang. Il sistema Maglev cinese, infatti, sfrutta la superconduttività ad alte temperature (High-temperature Superconductivity), basata sul raffreddamento ad azoto liquido, un refrigerante molto più economico ed efficiente dell’elio. “Sosteniamo un cinquantesimo dei loro costi – ha sottolineato Deng in un confronto ideale con il Maglev giapponese -, ottenendo la Superconduttività a temperature più alte”. Non solo, mentre il treno giapponese deve accelerare prima di sollevarsi dalle rotaie, quello cinese può staccarsi sin dalla partenza.
La Cina può già vantare il mezzo di trasporto commerciale basato sulla tecnologia della superconduttività ad alte temperature più veloce al mondo, lo Shanghai Transrapid, che raggiunge i 430 km/h ed è stato inaugurato nel 2002. La Repubblica Popolare mira a incrementare la rete infrastrutturale Maglev, per ridurre drasticamente i tempi degli spostamenti fra le città principali, ovviando così alle enormi distanze di un territorio così vasto.
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Un altro ricercatore coinvolto nel progetto, l’ingegnere capo Wu Zili, ha parlato della spesa prevista per l’ampliamento della rete ferroviaria, naturalmente più elevata dell’alta velocità tradizionale. Si calcola un costo tra i 30 e i 40 milioni di euro a chilometro, contro i 25 milioni a chilometro della Tav. Ma le cifre dipendono dalla diffusione della lievitazione magnetica. Fra i tanti nodi da sciogliere anche quello legato all’inquinamento acustico, ancora molto elevato. Il prossimo passo è la costruzione di un vero e proprio circuito di test, per effettuare un collaudo il più possibile vicino alla realtà. Per il debutto commerciale, sono stimati altri sei anni d’attesa.
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