La Commissione Europea indaga ora su X, il social ex Twitter di proprietà di Elon Musk: la presa di posizione di Bruxelles
Il rapporto tra Elon Musk, proprietario di X (ex Twitter), e l’Unione Europea è stato finora un misto di sfide, alleanze e incomprensioni. Con l’acquisizione della piattaforma nel 2022, Musk ha portato una ventata di cambiamento che ha diviso opinioni: da una parte, l’entusiasmo per la libertà di espressione, dall’altra, le preoccupazioni per il controllo dei contenuti e la disinformazione.
Ora, l’UE ha deciso di avviare una vera e propria indagine su X, concentrandosi in particolare sull’algoritmo di raccomandazione dei contenuti, sollevando interrogativi fondamentali sulla trasparenza e sul suo impatto sulla sfera politica.
Le preoccupazioni dell’Unione Europea: il caso tedesco
L’indagine della Commissione Europea arriva a seguito di crescenti timori, in particolare da parte della politica tedesca, riguardo al ruolo che X potrebbe svolgere nel promuovere contenuti estremisti. In vista delle prossime elezioni in Germania, il 23 febbraio, alcuni politici hanno sollevato preoccupazioni circa l’algoritmo della piattaforma, accusato di amplificare voci di estrema destra.
Le accuse si sono fatte più gravi dopo che Musk ha pubblicamente dichiarato il suo supporto al partito AfD (Alternative für Deutschland), uno dei gruppi politici più controversi del paese. Non solo, alcune sezioni di AfD sono state etichettate come gruppi estremisti dal servizio di intelligence tedesco, alimentando il sospetto che la piattaforma possa essere usata per manipolare l’opinione pubblica in direzione favorevole a ideologie radicali.
La risposta del governo tedesco è stata ferma. Il cancelliere Olaf Scholz ha definito “inaccettabile” il supporto espresso da Musk, mentre alcuni ministeri hanno sospeso le attività su X. Le tensioni sono quindi alte, con la Germania che si fa portavoce di una crescente insoddisfazione nei confronti della piattaforma, accusata di non fare abbastanza per prevenire la diffusione di contenuti pericolosi.
L’algoritmo di Musk sotto scrutinio
Nel mirino dell’indagine UE c’è l’algoritmo di raccomandazione dei contenuti, che gestisce ciò che gli utenti vedono nel loro feed. Secondo la Commissione, X non avrebbe rispettato adeguatamente le normative europee, come il Digital Services Act (DSA), che impone alle piattaforme online di garantire trasparenza riguardo ai loro algoritmi e alle pratiche di moderazione.
La Commissione ha richiesto a Musk di fornire una serie di documenti interni che possano chiarire il funzionamento dell’algoritmo, incluse le modalità con cui vengono selezionati i contenuti visibili agli utenti. A sollevare il caso è stato anche il membro del Parlamento europeo Damian Boeselager, che ha chiesto una verifica sulla possibile amplificazione dei tweet di Musk, dei suoi alleati politici e delle sue dichiarazioni, senza che gli utenti ne fossero pienamente consapevoli.
La questione non è di poco conto: se l’algoritmo favorisse i post di Musk, di alcuni partiti politici o di ideologie estreme, si tratterebbe di una manipolazione dei contenuti che potrebbe alterare l’opinione pubblica in modo distorto, in particolare in un contesto così delicato come quello delle elezioni.
Se l’indagine dovesse confermare l’esistenza di pratiche scorrette o di violazioni delle normative europee, le conseguenze potrebbero essere pesanti. Musk e X rischiano sanzioni economiche, oltre a dover rivedere l’algoritmo per garantire maggiore trasparenza e imparzialità nelle raccomandazioni.
UE contro X: via alla fase di analisi
La Commissione Europea ha dato il via a una fase di analisi che si concentrerà sui documenti richiesti, ma anche sull’eventuale modifica dell’algoritmo. L’indagine rappresenta una sfida importante per Musk, che dovrà decidere se collaborare con le istituzioni europee per evitare ulteriori complicazioni, o affrontare un nuovo scontro con Bruxelles, che potrebbe aggravarsi con possibili azioni legali.
In un contesto di crescente regolamentazione del digitale, le piattaforme come X sono sotto stretta osservazione, e la trasparenza nelle scelte algoritmiche è un tema sempre più centrale.
Questa vicenda solleva interrogativi più ampi sulla libertà di espressione online e sul controllo dei contenuti sui social media. Fino a che punto un algoritmo dovrebbe influenzare ciò che vediamo, e quali sono i limiti dell’intervento statale o europeo in questo campo? La risposta a queste domande avrà implicazioni per tutti, non solo per X e il suo patron Elon Musk.