E’ arrivato il grande giorno. Un giorno speciale perché la Festa della Donna è sempre un giorno da ricordare (anche se non solo l’8 marzo). Un giorno speciale perché quest’anno sarà una giornata storica per la televisione italiana.
Cambia il modo di guardare la tv, per qualcuno passerà tutto inosservato, soprattutto per coloro che hanno acquistato una televisione o un decoder da fine 2018 ai giorni d’oggi, oppure hanno Sky Q. Per gli altri accadrà di mai visto.
La rivoluzione del Digitale Terrestre si avvia a un passaggio chiave, di svolta prima del 2023 quando si entrerà nell’era del famigerato DVB-T2, abbreviazione di Digital Video Broadcasting, Second Generation Terrestrial, nelle telecomunicazioni un’estensione dello standard DVB-T del consorzio europeo DVB, per una modalità di trasmissione televisiva digitale terrestre. Una tv in MPEG-4 e in HD, per farla semplice.
Digitale Terrestre, la nuova collocazione dei canali
L’8 marzo 2022 verrà ricordato come il giorno in cui tutte le tutte le emittenti nazionali che trasmettono sul Digitale Terrestre cambieranno codec, cioè l’algoritmo di codifica delle immagini e dell’audio, un programma che consente l’uso di file per semplice archiviazione sul computer. Finora la codifica era il MPEG-2, da oggi passeremo all’MPEG-4, un insieme di standard per la codifica dell’audio e del video digitale sviluppati dall’ISO/IEC Moving Picture Experts Group, utilizzato principalmente per applicazioni specifiche (televisione digitale ma anche videotelefonia, filmati online e la memorizzazione su supporti CD-ROM.video).
Una giornata storica, anche se per il momento vi saranno i cosiddetti canali provvisori, dal 500 in poi, che trasmetteranno ancora con la vecchia codifica (MPEG-2), ma non durerà molto, il tempo di permettere a tutti di dotarsi di una televisione o decoder di seconda generazione. A fine anno (forse anche prima) non esisteranno più doppioni, lo switch sarà completo e la complessa rivoluzione del Digitale Terrestre (era prevista almeno un anno prima) verrà portata a compimento.
Per ora, dunque, non è un passaggio completo all’HD, ma un assaggio di quel che sarà: il MPEG-4, infatti, è utilizzato sì per i canali HD ma anche per alcuni SD. Tuttavia i canali in HD saranno la cartina di tornasole del nostro dispositivo: se li vedremo normalmente (dopo la necessaria ri-sintonizzazione) gaudeamos igititur, altrimenti bisognerà cambiare, sfruttando magari il bonus governativo: doppio, nel caso in cui l’ISEE dovesse essere entro i ventimila euro annui, singolo per tutti portando in dote il nostro vecchio apparecchio al rivenditore.
Non c’è nessuna antenna da cambiare né un antennista da chiamare, ma una cosa prima di tutti da ricordare: una bella ri-sintonizzazione automatico alla televisione/decoder, lì ci sarà la prova definita se il nostro device per pronto a supportare la nuova era del Digitale Terrestre.
Nel concreto RAI 1 e Rai 2 resteranno al loro posto in HD, dal 500 in poi in SD, dove sono tutti gli altri. Fa eccezione Rai 3, legato alle trasmissioni regionali: la versione HD sarà visibile alle posizioni 103 e 203, ma nelle versioni regionali non si vedrà in quel canale, semplicemente perché non trasmette in HD. Cambia Rai Sport+ HD: al 57 al 58, la versione SD di Rai Sport+ passa al 146 scambiandosi la posizione con Rai Scuola, che a sua volta scende al canale 57.
Passaggio indolore dei canali Mediaset e La7: ognuno al posto suo, l’importante è che si abbia un televisore da fine 2018 in poi.
I grandi cambiamenti riguarderanno i canali Discovery NOVE (canale 9), Real Time (canale 31), Food Network (canale 33), Giallo (canale 38), DMAX (canale 52), Home & Garden (canale 56), Motor Trend (canale 59), K2 (canale 41) e Frisbee (canale 44). Ora buona Festa della Donna.