AirTag nuovamente protagonisti di una storia movimentata ma dal risultato scontato, anche a fronte di alcune coincidenze. La polizia ha infatti sfruttato le potenzialità del tracker economico di Apple per catturare un rapinatore di Portland, accusato adesso di rapina di secondo grado e furto di primo grado
Non è la prima volta che gli AirTag conquistano l’attenzione generale per i loro “superpoteri”. I tracker economici di Apple sono finiti al centro di alcuni dibattiti per la presenza di abusi e problematiche di stalking che hanno costretto il colosso americano a correre ai ripari e ad affinare le specificità di un prodotto pensato per localizzare gli oggetti attraverso l’ampio ecosistema “Dov’è” di Apple.
Anziché oggetti, gli AirTag sono riusciti stavolta a rintracciare un rapinatore di Portland, negli Stati Uniti, a dimostrazione che la tecnologia può effettivamente essere al servizio delle persone e migliorare la vita di ognuno di noi laddove utilizzata correttamente e senza abusi. Ma andiamo con ordine.
Come raccontato da AppleInsider, giovedì scorso un uomo di trentanove anni – identificato poi dalla polizia come Justin Johnston – è entrato in un negozio situato nel blocco 100 di Northwest Broadway a Portland con l’obiettivo di portare a termine una rapina. Armato di una pistola (che soltanto alla fine si è scoperto esser falsa), l’uomo si è diretto nelle casse e ha puntato l’arma contro un membro dello staff per indurlo a consegnare lo smartphone e il portafoglio della vittima, stante l’assenza di denaro.
Johnston si è quindi dileguato verso un hotel ed è proprio qui che si è tradito. Il trentanovenne ha rubato uno zaino da una stanza dell’albergo, sul quale era agganciato un AirTag. Il proprietario ha successivamente spiegato alla polizia – che nel frattempo era all’inseguimento del rapinatore – che qualcuno è riuscito ad entrare nella sua stanza dell’hotel e a rubare alcuni effetti personali, tra cui uno zaino con sopra un AirTag.
Il resto è storia nota, oltre che facilmente intuibile. La polizia ha quindi sfruttato le potenzialità del tracker economico di Apple per localizzare la posizione dell’uomo, la cui corsa si è interrotta durante il corso della stessa giornata in “quel” di North Portland. Per Johnston vale adesso l’accusa di rapida di secondo grado e furto di primo grado.
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