La Russia blocca Facebook e Twitter: cosa sta succedendo

La Russia infligge un duro attacco contro Facebook e Twitter, con la prima accusata dal Roskomnazdor di discriminare i media russi

Dopo le minacce a Wikipedia, la Russia prende di mira un altro pezzo da novanta nella comunicazione online: Facebook. E lo fa tramite il braccio del Roskomnadzor, che su Telegram ha annunciato la decisione di bloccare l’accesso al social network di Meta nel Paese dopo i “rallentamenti” e le “limitazioni di accesso” registrati nei giorni scorsi.

Russia blocco Facebook Twitter
Nuove restrizioni approntate dalla Russia contro le piattaforme online (Unsplash)

Mosca punta dunque il dito contro Facebook, accusato di “discriminare” i media russi. Secondo l’agenzia che controlla le comunicazioni, la piattaforma creata da Mark Zuckerberg “viola la legge federale russa“, riferendosi con ciò alla limitazione apposta qualche giorno fa da Facebook in ordine all’accesso agli account del canale televisivo Zvezda, dell’agenzia di stampa Ria Novosti e di alcuni quotidiani come Sputnik, Russia Today, Lenta.ru e Gazeta.ru.

Una mossa che conferma comunque la strategia della Russia, impegnata ormai da giorni in una stretta contro le fonti della comunicazione online, e ciò al fine di mascherare gli accadimenti bellici in Ucraina. Una escalation che colpisce media indipendenti e i principali social network, e Facebook è soltanto l’ultima ad essere finita nelle rigide maglie del blocco. Dal suo canto, il social network più famoso al mondo ha annunciato di essere al lavoro e “fare il possibile per ripristinare il servizio, dando agli utenti la possibilità di esprimersi in sicurezza e mobilitarsi“.

La Russia ha bloccato anche Twitter

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Twitter bloccata dalla Russia (Unsplash)

Facebook non è l’unico social network ad essere preso di mira da Mosca. Si ricorda, in questo senso, il blocco di Twitter, utilizzando diffusamente da media e giornalisti per diffondere informazioni e articoli. Tra le limitazioni disposte in queste ore si registrano anche quelle che toccano la radio e la TV tedesca Deutsche Welle, il sito russo indipendente Meduza, Radio Svoboda e le radio “Eco di Mosca” e la TV Dozhd, quest’ultime conosciute per la dura presa di posizione contro le scelte di Putin.

Le limitazioni si raccordano peraltro con una recente decisione della Duma, che ha approvato un disegno di legge che punisce con multe e detenzione fino a 15 anni coloro che diffondono fake news sull’esercito. Dal suo canto, la BBC ha risposto annunciando la decisione di ritirare i giornalisti e personale tecnico in Russia e ripristinando le trasmissioni a onde corte che per aggirare la censura di Mosca.

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