È allarme per la nuova truffa del “Ciao”. Ecco come funziona il raggiro che sta colpendo diversi utenti e come evitare di cadere in trappola.
Il mondo delle nuove tecnologie è uno spazio che offre innumerevoli possibilità e che, non è un mistero per nessuno, ha cambiato in profondità le nostre vite. Quasi impossibile ad esempio pensare oggi di muoversi nella complicata e ipertecnologica società del 2024 senza essere muniti di un cellulare.
D’altro canto non è tutto rose e fiori. Diversi anni fa il massmediologo Marshall McLuhan aveva profetizzato l’avvento del villaggio globale che avrebbe interconnesso i popoli lanciandoli verso un radioso avvenire di pace. Inutile dire che questa utopia ha lasciato spazio a una realtà delle cose decisamente meno prosaica e infinitamente più pericolosa.
Le nuove tecnologie hanno sì unito utenti da una parte all’altra del mondo ma hanno anche aperto sterminate praterie ai pirati della rete, pronti a sfruttare le potenzialità del cyberspazio per mettere a segno le loro truffe ai danni di una marea di utenti che faticano a trovare le giuste contromisure. L’ultimo esempio è la cosiddetta truffa del “Ciao”, che sta mietendo sempre più vittime. Ecco come funziona.
Truffa del “Ciao”, come funziona l’ultimo inganno dei cybercriminali
L’ultimo raggiro inventato dalla fervida mente dei cybertruffatori viaggia, come spesso capita, attraverso i telefoni cellulari. La truffa del ciao non è altro che una forma di phishing con la quale i malintenzionati mirano a entrare in possesso dell’identità della loro vittima designata. Bisogna fare attenzione se riceviamo un particolare messaggio.
Massima allerta dunque nel caso in cui un nostro contatto dovesse inviarci in messaggio contenente un link e con un testo del genere: «Ciao, ti ho inviato un codice per sbaglio, potresti rimandarmelo?». Si tratta di una trappola tesa dei truffatori. Rispondendo al messaggio rischiamo di vederci sottrarre i dati e di farci rubare l’identità.
Come spiega la polizia postale, il codice inviato dai criminali del web consente loro di impadronirsi dell’account WhatsApp e di servirsi dell’app di messaggistica istantanea per proseguire con la loro attività truffaldina. Usando il numero di telefono della vittima, infatti, «i malviventi potrebbero avere accesso ai contatti salvati nella rubrica e innescando, così, una sorta di catena di Sant’Antonio», avvertono le forze dell’ordine.
Come difendersi dunque? La polizia postale ricorda che i codici giunti via sms sono personali e non devono mai essere condivisi con nessuno, nemmeno se a chiederceli sono amici o familiari. Altra cosa da ricordare è di non cliccare mai su eventuali link presenti nei messaggi. È consigliabile poi attivare la “verifica in due passaggi” dalle impostazioni dell’app.