A detta di molti, la soluzione del futuro per alimentare i veicoli elettrici sono le batterie allo stato solido. Cosa cambia rispetto a quelle tradizionali
Stiamo vivendo un’epoca di grandi cambiamenti. Moltissimi Paesi in tutto il mondo stanno infatti conducendo una transizione per portare sulla strada esclusivamente veicoli alimentati a batteria. E di conseguenza, anche le principali case automobilistiche su scala globale si stanno concentrando anche e soprattutto su questo nuovo mercato.
Nonostante i vantaggi siano già oggi sotto gli occhi di tutti, ci sono ancora alcuni fattori che fanno desistere il cittadino medio dal passare all’elettrico. Uno su tutti: la presenza della batteria. Il tempo necessario per caricarla, l’autonomia di marcia, la geografia delle stazioni di ricarica sono tutti aspetti su cui bisogna ancora lavorare. Proprio a tal proposito, il futuro sembrano essere le celle allo stato solido.
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Le differenze tra le batterie tradizionali e quelle allo stato solido
Il futuro delle auto elettriche sono le batterie allo stato solido. Tanti i vantaggi rispetto a quelle tradizionali. Dalla maggior velocità di carica ad una durata superiore nel tempo, passando per più autonomia di percorrenza. Si parla nello specifico di ioni di litio, che vanno a comporre una cella in tre stati principali: un elettrodo positivo, un elettrodo negativo e uno stato polimerico microporoso. Al suo interno, poi, la cella stessa è immersa in un composto chimico liquido che serve da elettrolita, ed è il mezzo attraverso il quale gli ioni di litio si muovono e conducono corrente elettrica.
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Quando la batteria viene caricata, questi ultimi lasciano il catodo e arrivano nella sezione che ospita le particelle dell’anodo. Nel processo di scarica, poi, gli ioni di litio fanno il percorso inverso e tornano nel catodo. Ma per quale motivo questa tecnologia non è ancora diventata di massa? Perché ci sono elementi della cella che possono dare problemi. Gli aggregati cristallini hanno infatti una struttura aghiforme, che rischia di bucare il separatore e creare cortocircuiti. Ci si sta lavorando, con Toyota che è pioniere del movimento e vorrebbe lanciarla dopo il 2025.