L’erede di Samsung, Lee Jae-yong, è stato condannato a due anni e mezzo di carcere per accadimenti legati al 2016: il gigante della tecnologia è al momento senza una guida.
Lee Jae-yong, vicepresidente del gruppo Samsung Electronics, è stato condannato a due anni e mezzo di carcere dalla Corte Suprema della Corea del Sud. Da ottobre alla guida effettiva dell’azienda a seguito della morte del padre Lee Kun-hee, il dirigente orientale è stato infatti riconosciuto colpevole di corruzione e appropriazione indebita in una vicenda che ha financo coinvolto l’ex presidente del paese, Park Geun-hye. Analogo pronunciamento anche per altre due figure inserite nei quadri dell’azienda di Seoul: trattasi di Choi Ji-sung e Jang Choong-ki. Inizialmente, i P.M. avevano chiesto una pena più severa (9 anni di carcere), in ragione del ruolo di primazia occupato da Samsung.
Lee era già stato condannato nel 2017 alla pena detentiva di cinque anni di reclusione, giacché ritenuto colpevole di aver pagato cospicue tangenti (segnatamente per una somma vicina ai 40 milioni di dollari) a Park – costretto due anni dopo alle dimissioni, complice le pressanti manifestazioni di piazza sfociate dinanzi alla pubblicazione dello scandalo – e ad una sua amica fidata (Choi Soon-sil), al fine di agevolare l’ascesa al potere dell’ex presidente della Corea del Sud ed ottenere, in contraccambio, favori politici. La sentenza di primo grado pronunciata dalla Corte Distrettuale Centrale di Seul venne tuttavia pressoché ribaltata in appello: i giudici ritennero infatti che le tangenti pagate da Lee erano significativamente inferiori rispetto a quanto abbozzato dapprincipio, sospendendo di conseguenza l’esecuzione della pena detentiva e rimettendo in libertà il dirigente di Samsung, che aveva scontato nel frattempo sei mesi di carcere.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> I migliori 10 antivirus attualmente disponibili: uno studio
Il gigante della tecnologia è al momento senza una guida
I guai legali di Lee Jae-yong registrarono nel 2019 un nuovo epilogo, stante la decisione della Corte Suprema della Corea del Sud di disporre un nuovo processo: in particolare, i giudici ritennero non corretto il precedente pronunciamento della Corte di Appello. Da qui la sentenza odierna e la doccia gelata – sia pure indirettamente – nei confronti di Samsung: la poltrona di comando del colosso di Seoul resta infatti al momento vacante e le azioni dello stesso produttore hanno registrato in queste ore una significativa perdita.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Huawei P50 si avvicina: svelate in anteprima alcune specifiche tecniche