Nuova fantastica scoperta quella ad opera di alcuni cardiologi di Tapei. A quanto pare, sarà possibile sfruttare alcune funzionalità degli smartphone per evidenziare la presenza di eventuali sintomi da esaminare poi con strumenti più approfonditi
Al giorno d’oggi, la tecnologia di tutti giorni può rivelarsi una vera e propria salva vita. Sia quando si parla di dispositivi wearable che di smartphone, con strumenti sempre più avanzati e spesso utilissimi. E non è ancora finita qui, perché esperti e ricercatori stanno cercando di trovare ulteriori metodi per sfruttare tali tecnologie.
L’ultimo studio, pubblicato sul Journal of American Heart Association, è piuttosto interessante in questo senso. Portato avanti dal cardiologo dell’Ospedale Universitario nazionale di Taiwan a Tapei Hsien-Li Kao, mostra come sia possibile sfruttare lo smartphone per capire se il flusso del sangue lavora bene o meno attraverso le carotidi. In caso contrario, si può decidere di procedere con analisi più approfondite.
Ovviamente ad oggi non si può ancora parlare di screening dell’ictus ischemico effettuabile attraverso lo smartphone in maniera completa. Ma ci stiamo avvicinando, almeno secondo l’ultimo studio portato avanti dal cardiologo Hsien-Li Kao. Pubblicato sul Journal of American Heart Association, mette il focus sulle carotidi. C’è un dato in particolare che ha attirato l’interesse degli studiosi: servono strumenti che permettano di identificare in maniera più precisa chi rischia l’insufficiente apporto di ossigeno e sangue al tessuto cerebrale.
Per effettuare il test, sono stati presi a campione 202 cittadini di età media di 68 anni. La metà aveva un’ostruzione pari almeno al 50% del calibro del vaso. Il 46% non aveva restringimenti significativi. I partecipanti si sono sdraiati in posizione supina con la testa all’interno in una sorta di scatola. Qui è stato montato uno smartphone, utile per effettuare lo screening vero e proprio. I risultati parlano di un tasso di accuratezza pari all’87% nei soggetti con una stenosi della carotide.
“I metodi diagnostici esistenti richiedono lo screening con apparecchiature e personale di imaging medico specializzato. L’analisi dei video registrati su uno smartphone non è invasiva ed è facile da eseguire, quindi può offrire l’opportunità di aumentare lo screening. Sebbene siano necessarie ulteriori attività di ricerca e sviluppo, le registrazioni e l’analisi del movimento potrebbero essere implementate in remoto o potrebbe anche essere possibile un’app scaricabile” ha spiegato Hsien-Li Kao.
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