Un j’accuse in piena regola nei confronti di Mark Zuckerberg. Il suo Meta sfrutterebbe l’Intelligenza artificiale per soldi. Lo rivela la BBC dopo la presentazione di un prototipo di chatbot, presentato proprio dall’azienda statunitense che controlla i servizi di rete sociale Facebook e Instagram, i servizi di messaggistica istantanea WhatsApp e Messenger.
Il nuovo prototipo di chatbot di Meta ha detto alla BBC che Mark Zuckerberg sfrutta i suoi utenti per soldi. Meta, dal canto suo, afferma che il chatbot utilizza l’intelligenza artificiale e può chattare su “quasi qualsiasi argomento“. Alla domanda su cosa pensasse il chatbot del CEO e fondatore dell’azienda, ha risposto “il nostro Paese è diviso e lui non ci ha aiutato affatto“. E ancora.
A un’altra domanda su Zuckerberg, il chatbot ha poi risposto ancora più criticamente, dicendo che “la sua azienda sfrutta le persone per soldi e a lui non importa. Deve fermarsi!”.
Mark Zuckerberg si difende dalle accuse del suo software progettato per simulare conversazioni con esseri umani, sottolineando come il chatbot era un prototipo ma ammettendo che potrebbe produrre risposte maleducate o offensive. Le pesanti accuse restano.
“Tutti coloro che utilizzano Blender Bot sono tenuti a riconoscere di comprendere che è solo a scopo di ricerca e intrattenimento, che può fare affermazioni false o offensive e che accettano di non attivare intenzionalmente il bot per fare affermazioni offensive“, ha affermato un portavoce di Meta. Il chatbot, chiamato BlenderBot 3, è stato rilasciato al pubblico, ma soltanto negli Stati Uniti per il momento, provocando però un vespaio di polemiche.
Non solo la BBC, infatti. Il Wall Street Journal evidenzia come il chatbot di Meta dia risposte a dir poco controverse, del tipo che Donald Trump resterà sempre il presidente degli Stati Uniti. Per Business Insider il chatbot avrebbe definito Zuckerberg come una “persona inquietante”.
L’algoritmo di BlenderBot 3 si documenta online, cerca risposte proprio dalla rete, quindi è probabile i pareri negativi Mark Zuckerberg dipendano dalle opinioni di altre persone che l’algoritmo ha analizzato.
Algoritmi a parte, di certo BlenderBot 3 non ha fatto pubblicità a Meta, una società aspramente criticata per non fare abbastanza per impedire la diffusione di disinformazione o stoppare i crescenti haters che si annidano sulle sue piattaforme.
Eppure le premesse sembravano incoraggianti: BlenderBot 3 rispetto all’edizione precedente ha il 31% in più di abilità conversazionali, il doppio dell’enciclopedia, un sistema di elaborazione del linguaggio naturale 58 volte più ampio. Ma quelle risposte dipingono un Mark Zuckerberg inquietante.
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