Ancora modifiche tendenti al cambio di registro da parte di Meta, che dopo lo stop al riconoscimento facciale annuncia importanti novità anche sugli annunci pubblicitari su Facebook e Instagram
Meta si prepara a cambiare strategia nel segno della rivoluzione. La società controllata da Mark Zuckerberg, recentemente protagonista sul web per effetto del cambio di denominazione, ha infatti annunciato lo stop alla possibilità riconosciuta in capo agli inserzionisti di raggiungere gli utenti attraverso annunci pubblicitari basati sulle loro interazioni con argomenti ritenuti come “sensibili”, vale a dire riguardanti razza, salute, pratiche religiose, credenze od orientamento. Una mossa già diffusa sui social network, considerata l’analoga mossa disposta da Twitter nell’ormai lontano 2019.
L’intendimento di Meta non sorprende più di tanto, considerato il peso preponderante assunto in termini finanziari dalla pubblicità digitale (vedasi su tutti gli 86 miliardi di dollari incassati soltanto lo scorso anno) su Facebook e le critiche rivolte da diverso tempo nei confronti delle capacità di micro-targeting assunte dalla società. In una nota ufficiale, il vicepresidente del marketing di prodotto per gli annunci, Graham Mudd, ha riconosciuto l’esistenza di “preoccupazioni avanzate dagli esperti sull’uso distorsivo delle opzioni di targeting, che potrebbero determinare esperienza negative a danno delle persone appartenenti a gruppi sottorappresentati”. La società aveva provveduto ad annunciare soltanto qualche giorno fa lo stop al riconoscimento facciale.
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Al fine di chiarire meglio il discorso, Meta ha provveduto a fornire alcuni esempi di categorie di targeting che non saranno più ammesse, come le “feste ebraiche”, le convinzioni politiche e questioni sociali, la “cultura LGBT”, la “Giornata mondiale del diabete” e la “Consapevolezza del cancro ai polmoni”. Bisogna dire, infatti, che allo stato attuale gli inserzionisti possono rivolgersi a persone (utenti per l’appunto target) che hanno espresso interesse per questioni, personaggi pubblici od organizzazioni collegate agli argomenti sensibili.
Ad esempio, se qualcuno ha mostrato interesse per il “matrimonio omosessuale”, potrebbe visualizzare un annuncio relativo a un’organizzazione no profit impegnata nel sostegno dell’unione tra persone dello stesso sesso. Il problema – e qui si spiega anche la decisione di Facebook – è che tali categorie potrebbero essere utilizzate in modo improprio, come dimostra peraltro l’esame delle autorità di regolamentazione che hanno più volte puntato il dito contro il social network di Zuckerberg per il proliferare di abusi e disinformazione
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La scelta non è ad ogni modo passata inosservata: le azioni della società hanno infatti chiuso il martedì registrando un calo del quasi 1%. Le modifiche – tiene a precisare l’azienda – avranno effetto a partire dal prossimo 19 gennaio e saranno soltanto il primo approccio verso una politica di targeting degli annunci più controllata, ovviamente declinata su tutti i servizi del gruppo (Facebook, Instagram, Messenger): ad inizio dell’anno prossimo ci sarà infatti un maggior controllo sugli annunci visualizzati dagli utenti, compresi quelli su altri argomenti particolari come il gioco d’azzardo e la perdita di peso.
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