A volte è difficile mettere nero su bianco i pensieri. Il concetto è chiaro, metterlo giù in parole un po’ meno semplice. Ma in soccorso arriva “Mindwriting”, un nuovo software che traduce in parole scritte i pensieri.
L’utilità di questo software, progettato e sviluppato da un pool di studiosi della Stanford University, non è solo rivoluzionaria. Mindwriting infatti, prima di tutto, potrebbe essere di aiuto soprattutto alle persone che hanno perso l’uso delle braccia, e non possono quindi prendere in mano una penna e scrivere.
Lo studio da parte dei ricercatori della Stanford University, per creare Mindwriting, si è sviluppato nel seguente modo. Come descritto dalla rivista scientifica Nature, gli scienziati hanno accoppiato un software di AI (intelligenza artificiale) con un T5: una interfaccia cervello-computer (anche detta BCI), impiantata in un uomo con paralisi totale del corpo.
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Il software è stato in grado, grazie alla programmazione degli scienziati, di decodificare le informazioni (gli input cerebrali) ricevute dalla BCI e convertire i pensieri del soggetto in scrittura digitale.
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Non è il primo studio che viene realizzato e testato su questo tipo di argomento, ma sicuramente i risultati ottenuti in occasione di questa sperimentazione sono molto, molto soddisfacenti. Secondo lo studio, infatti, il paziente ha potuto scrivere a una velocità raddoppiata rispetto a quella che veniva permessa dalle strumentazioni precedenti.
Gli scienziati hanno affermato che il loro intento è portare beneficio a tutte le persone che hanno difficoltà nell’esprimersi sia per colpa di lesioni del midollo spinale (quindi paralisi etc), sia colpiti da ictus, SLA o malattie simili.
“Il nostro approccio – ha dichiarato Jaimie Henderson, professore di Neurochirurgia a Stanford – ha permesso a una persona paralizzata di ricopiare un testo a una velocità di circa 18 parole al minuto, una rapidità quasi paragonabile a quella caratteristica di individui normodotati della stessa età, che è di circa 23 parole al minuto“.
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