Musk lancia Baby Shark via Twitter: il token e il titolo dell’editore schizzano. È l’ennesima prova dell’influenza di Mr. Tesla sugli investimenti, cripto e non.
In principio era Tesla. Nel 2019 la Security Exchange Commission (Sec), l’equivalente della Consob americana, aveva intimato ad Elon Musk di passare tutti i suoi tweet sulle finanze e la redditività dell’azienda al vaglio del suo stuolo di legali. Tutto per evitare che le uscite via Twitter del plurimiliardario sudafricano influenzassero l’andamento del titolo sul Nasdaq, il mercato dei tecnologici trattati a Wall Street.
Ma nonostante le premure della Sec, il carisma e l’ascendente di un innovatore della sua statura non smette di condizionare il comportamento degli investitori. Soprattutto nel cado dei più piccoli. La sua ultima uscita sulla piattaforma di microblogging ha lanciato in orbita Baby Shark, il jingle dedicato ai piccoli che si è recentemente guadagnato il titolo di video più cliccato di sempre su YouTube: “Più views che esseri umani” al mondo, ha twittato Mr. Space X, alludendo agli 8 miliardi e 600 milioni di visualizzazioni totalizzate dall’upload del 2016 ad oggi.
Un tweet apparentemente innocente, postato in risposta a un altro sui meme della crew del popolare cartone animato South Park. Magari anche ispirato dall’ultimo arrivato in casa Musk, X Ae A-12 (pronunciato qualcosa come Xashey-Twelve, ma non ci mettiamo la mano sul fuoco…), che ha da poco compiuto un anno e che forse apprezza di già la canzoncina sui cuccioli di squalo.
Innocente o no, l’ennesima boutade sul social ha provocato l’ennesimo scossone sul mercato: nelle ultime 24 ore il titolo di Samsung Publishing, editore della canzone, è salito del 10%, mentre il token Baby Shark ha guadagnato il 13%. Il Baby Shark Tank (BaSh Tank) è una nuova criptovaluta, relativamente oscura ai più ma non al nostro eroe, che ne twittava sin da inizio maggio.
E le incursioni di Musk nel mondo delle criptovalute non sono mica una novità. A fine gennaio 2021, Elon se ne esce con un ermetico: “In retrospettiva, era inevitabile”, dopo aver impostato l’hashtag Bitcoin nel campo della sua biografia. La moneta virtuale, che il giorno prima aveva chiuso a 31.600 dollari a unità, guadagna il 20% in poche ore.
Il Ceo di Tesla fa sul serio e a febbraio investe un miliardo e mezzo di dollari della sua azienda di punta nel Bitcoin. A marzo, il 24, Tesla annuncia la volontà di accettare i bitcoin come mezzo di pagamento. Risultato, un’ascesa inarrestabile della moneta inventata nel 2009 da Satoshi Nakamoto, che intorno a metà aprile tocca il suo record storico di oltre 63mila dollari a unità.
Nel frattempo, Musk sostiene la corsa al titolo di GameStop da parte dei piccoli investitori diventati corporazione virtuale nel gruppo Reddit /wallstreetbets e benedice ancora via Twitter un’altra criptomoneta, ben più faceta del già instabile bitcoin: il dogecoin, nato da un meme che raffigura un cane shiba.
Anche lo shiba digitale “che abbaia alla Luna” – Elon dixit, anzi, twittò – vola prima di sbattere il muso nella prima puntata del Saturday Night Live condotto dall’istrionico aspirante colonizzatore di Marte. In uno sketch il magnate di Pretoria definisce il dogecoin una bufala (“Yeah, it’s a hustle…”). È solo una gag scherzosa, vero, ma gli investitori la prendono sul serio e lasciano sul selciato 28 punti percentuali.
Destino analogo per il bitcoin, su cui però Musk mantiene un atteggiamento sempre molto serio. Il 13 maggio Tesla fa marcia indietro e comunica di non aver più intenzione di trattare i suoi EV in cambio della moneta virtuale. Colpa dell’impatto ambientale troppo alto del mining e della blockchain su cui è basato. Come al solito Musk dedica all’argomento un tweet.
Insomma, se c’è qualcuno che ha tutti i crismi dell’influencer, sembra proprio il co-fondatore di PayPal, non ce ne vogliano tutti i volti noti della rete che lo fanno di mestiere. E naturalmente sono in tanti a pensare che stia sfruttando il suo carisma, sebbene le ultime uscite sul bitcoin abbiano causato la perdita del 22% dei profitti di Tesla, che al suo investimento è rimasta fedele.
Tant’è vero che è già nata una criptomoneta dedicata a lui. Battezzata StopElon, lo critica aspramente per la sua influenza indebita, accusandolo di giocare con i portafogli, pardon, i criptowallet, altrui. E si fa beffe dei proclami di colonizzazione di Marte. Basti leggere l’agguerrito manifesto di StopElon e i suoi due obiettivi finali: comprare la maggioranza delle azioni di Tesla e conquistare Plutone.
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