Inizio d’anno a dir poco impegnativo per Netflix, i numeri del primo trimestre fanno scattare un campanello d’allarme non indifferente per la celebre piattaforma di streaming video. Per la prima volta nella sua storia infatti è calato il numero di abbonati, ben 200mila in meno, a cui si sommano i 700mila persi dopo la decisione di sospendere i propri servizi in Russia in risposta alla guerra in Ucraina. Ad accendersi è anche un faro sugli account condivisi, un aspetto che l’azienda non intende più tollerare come fatto finora.
I dati del primo trimestre preoccupano il quartier generale di Netflix, e anche le previsioni sul Q2 – l’atteso trimestre primaverile in cui faranno ritorno alcune delle serie cult della piattaforma americana – non lasciano ben sperare. Ci si attende infatti un ulteriore calo, stimato addirittura in 2 milioni di utenti che potrebbero decidere di abbandonare il servizio streaming. Meno preoccupanti i numeri dei bilanci, nonostante la crescita di ricavi e utili sia comunque inferiore alle aspettative degli investitori.
Trai fattori che spiegano questi cali, sottolinea Netflix, è il sempre più corposo numero di utenti che condividono il proprio account con amici e conoscenti al di fuori del nucleo familiare, criterio quest’ultimo contemplato dalla società ma mai veramente fatto rispettare. Stando alle stime della piattaforma sarebbero circa 100 milioni – a fronte di circa 220 milioni di abbonati – gli utenti che di fatto fruiscono gratuitamente del servizio, appoggiandosi come “ospiti” su account altrui. Considerazioni queste che fanno inevitabilmente pensare a un cambio nella politica dei prezzi fin qui praticati, vediamo quali sono le opzioni al momento sul tavolo.
Account Netflix condivisi, allo studio diverse opzioni per far pagare anche i “furbetti”
Nel mese di marzo, a dirlo è la stessa Netflix, sono partiti dei progetti pilota per studiare possibili soluzioni alla condivisione degli account: “Abbiamo introdotto due nuove funzioni di condivisione a pagamento, dove gli attuali membri possono scegliere di pagare per altre famiglie in tre mercati dell’America Latina”, nello specifico Cile, Perù e Costa Rica. I tempi a quanto pare sarebbero maturi per ampliare questo “esperimento” in tutti gli Stati Uniti e successivamente a livello globale nel giro di un anno. L’obiettivo è quello di trovare il giusto equilibrio nello stabilire un pagamento extra per quegli utenti al di fuori del nucleo familiare dell’abbonato.
I test attuali prevedono in tal senso la creazione di alcuni “sub-account” pensati proprio per gli esterni al nucleo familiare. Ognuno di questi sub-account, il cui costo è caricato sull’account principale, ha le sue credenziali di accesso dedicate, suggerimenti ad hoc e tutte le personalizzazioni previste dai piani standard, con la possibilità di diventare successivamente degli abbonamenti a sé. In quest’ultimo caso i contenuti salvati, la lista dei preferiti e tutti i settaggi saranno trasferiti automaticamente sul nuovo account. Allo stesso tempo saranno implementate anche nuove modalità di controllo, basate – stando a quanto detto da Netflix – su dati già in possesso della società come indirizzo IP, ID dei device collegati all’account e via dicendo. Niente GPS dunque o altri sistemi di localizzazione. Ovviamente i sotto-account non saranno conteggiati nel numero di device abilitati per i singoli abbonamenti.
Netflix, ecco quanto pagheranno gli utenti che condividono l’account al di fuori del nucleo familiare
Ma quindi quanto si dovrà pagare in più per la condivisione del proprio abbonamento Netflix al di fuori della famiglia? Dare una risposta definitiva non è semplice; prendendo però come riferimento quanto sperimentato in America Latina, ad esempio in Costa Rica il costo mensile per un “sotto-abbonamento” è di 2.99 dollari, ben al di sotto quindi dell’abbonamento entry level ma comunque un’entrata importante per la piattaforma che, di fatto, ad oggi non ha modo di monetizzare quegli utenti. Non solo, allo studio ci sono anche nuove forme di abbonamento a basso costo, quest’ultimo possibile grazie all’inserimento di spot pubblicitari durante la visione dei contenuti, i cosiddetti ad-supported plans.
In definitiva sono dunque diverse le novità attese nei prossimi mesi su Netflix, così come nell’analizzare i bilanci non esaltanti non si può non considerare due fattori su tutti: la crescita mastodontica registrata nei due anni più intensi della pandemia da Covid-19, quando i lockdown nei diversi Paesi del mondo hanno spinto molti nuovi utenti ad abbonarsi, e la concorrenza sempre più agguerrita delle altre altre piattaforme, Prime Video e Disney+ su tutte, che inevitabilmente vanno ad erodere un bacino d’utenza già estremamente conteso.