Netflix ha deciso di tagliare il costo degli abbonamenti allo scopo di attrarre un maggior numero di clienti: cosa sta succedendo?
Il 2022 è stato un anno particolare per Netflix. L’azienda californiana veniva da un periodo decisamente positivo, visto che dall’anno della fondazione della piattaforma di contenuti streaming era stato registrato solo un costante aumento delle sottoscrizioni e dei profitti. Un aumento che ha subito una decisa impennata tra il 2020 ed il 2021, probabilmente solo a causa (e non grazie) ai lockdown dovuti al contrasto della pandemia.
L’effetto “Pandemia” è stato sottovalutato dall’azienda americana e le previsioni per il 2022 erano decisamente rosee. Già il primo trimestre la realtà è stata differente: non solo i profitti erano inferiori a quelli prospettati agli azionisti, ma per la prima volta l’azienda aveva registrato un calo degli abbonamenti. La tendenza non è stata invertita nel secondo trimestre e solo alla fine dell’anno, grazie all’inserimento degli abbonamenti con pubblicità, Netflix è riuscita a chiudere in positivo.
Netflix, le motivazioni dietro al taglio del costo degli abbonamenti
Da quelle parti si ritiene che la causa del mancato aumento degli abbonamenti e dunque dei profitti sia da attribuire esclusivamente alla condivisione illecita degli account. Da anni Netflix minaccia di prendere provvedimenti contro chi trasgredisce e viola i termini d’utilizzo e pare che il 2023 possa essere l’anno della definitiva stretta. Tuttavia l’azienda studia un metodo soft per bloccare questo malcostume, un metodo che limiti il più possibile la dispora di utenti.
Di recente è giunta notizia che l’azienda americana ha deciso di tagliare il costo degli abbonamenti in 30 Paesi. Si tratta di mercati piccoli, in cui la piattaforma fatica a diffondersi. In Europa, ad esempio, il taglio riguarda solo Slovenia, Bulgaria e Croazia. In Medio Oriente il taglio verrà fatto in Yemen, Giordania e Iran, mentre in Africa è previsto in Kenia e in Sudamerica riguarderà Nicaragua, Ecuador e Venezuela. Infine in Asia si aggiungeranno all’India (Paese in cui il taglio del 50% è stato effettuato già nel 2019) Thailandia, Malesia, Indonesia, e Filippine.
Appare abbastanza evidente che la strategia sia quella di invogliare l’utenza di questi Paesi a sottoscrivere gli abbonamenti per ampliare il bacino d’utenza ed influenza anche in quei mercati storicamente ostici. D’altronde negli ultimi anni la concorrenza è aumentata e diventa sempre più agguerrita. A parità di prezzo, infatti, sono in molti coloro che potrebbero preferire l’offerta di Disney + o quella di Amazon Prime Video.
In Italia il taglio dunque non ci sarà. Il nostro Paese è uno dei mercati principali e risulta uno di quelli in cui i contenuti Netflix vanno per la maggiore. Tuttavia quando il blocco degli account condivisi sarà effettivo, probabilmente l’azienda americana perderà anche in Italia una buona fetta di utenti. Se questo dovesse verificarsi, non è escluso che ci possano essere delle offerte per i nuovi abbonati, magari semplicemente per un periodo di tempo limitato o in connessione con qualche altro servizio (Contratto telefonico, Tv Satellitare, acquisto di un televisore e via dicendo).