Poco fa, Netflix ha deciso di scoprire le carte e rivelare al grande pubblico la sua strategia per un determinato settore: “Noi facciamo così”
Da ormai diversi anni, Netflix è la piattaforma di streaming numero uno al mondo. Una nomea ottenuta grazie al suo servizio in continuo aggiornamento, che permette – con un comodo abbonamento mensile – di usufruire di un catalogo vastissimo e che spazia su più generi e prodotti diversi. Si va dalle serie TV ai film, passando per documentari e stand-up comedy.
C’è un particolare settore però sul quale, al momento, il colosso di Reed Hastings preferisce mantenere le distanze: lo sport. La concorrenza, come per esempio Prime Video di Amazon, ha deciso di investire sulla Champions League in Europa e su alcuni degli sport più seguiti negli USA. Un approccio dal quale Netflix vuole (almeno per il momento) tenersi distante.
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Netflix, la strategia sulla sport: “Manteniamo le distanze”
Almeno per il momento, i contenuti di Netflix non verranno arricchiti dal settore sportivo: “Ad oggi, non siamo interessati alle dirette degli eventi sportivi. Preferiamo raccontare lo sport attraverso strumenti della servilità e dei film“. Ci sono infatti tantissimi contenuti legati ad un particolare evento o a grandi icone del passato. Basti pensare all’enorme successo di The Last Dance, docs-serie basata sulla vita sportiva di Michael Jordan. Ma anche a Drive to Survive, incentrato sulla Formula 1. Come specifico dal Co-Chief Executive Officer e CCO dell’azienda Ted Sarandos, però, questo non vuol dire che Netflix chiude le porte in maniera definitiva al settore.
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“Al di là degli sport americani, esistono anche altre nicchie con un ritorno di investimento più alto. Voglio essere chiaro, non sto dicendo che non vedremo mai sport in diretta sulla piattaforma. Semplicemente ci dobbiamo chiedere quale sia il miglior uso di un budget di circa 10 miliardi di dollari all’anno. Penso che questi siano grossomodo i costi necessari per investire nelle grandi federazioni sportive” ha sottolineato Sarandos.