La nomofobia è una sindrome che colpisce sempre con maggiore incidenza coloro che fanno un largo uso dei dispositivi come cellulare e pc, con una grande incidenza giovanile.
Spesso si parla dei risvolti anche negativi dell’utilizzo contemporanei dei dispositivi tecnologici, questo vale non solo per risvolti fisici come postura, dolori, problemi agli occhi e alla cervicale ma anche altri elementi che vanno ben oltre il corpo e riguardano la mente.
Gli studi condotti a proposito sono abbastanza preoccupanti e puntano a chiarire delle questioni che potrebbero avere delle conseguenze importanti in futuro di cui non si conoscono esattamente i margini. La nomofobia secondo gli studi colpisce il 51% degli utenti su base mondiale, un dato veramente importante perché si tratta in sostanza di metà delle persone che utilizzato smartphone, tablet, pc. Anche noi a volte non siamo consapevoli di quanto realmente utilizziamo i dispositivi, magari passiamo otto ore al pc per lavoro, ma il telefono nel tempo libero diventa un’ossessione.
Nomofobia: che cos’è e perché colpisce sempre più persone
Forse rispondiamo, forse inviamo messaggi, siamo un po’ sui social e lo facciamo con una disinvoltura tale che ci sfugge il reale utilizzo quotidiano. Per capirlo e quindi anche per avere un’idea chiara e veritiera è importante andare in Impostazioni e sul consumo batteria che ci dirà quanto tempo passiamo sul dispositivo e anche come lo utilizziamo. I dati saranno peggiori di quello che potete immaginare.
Nel 2021 secondo le stime dell’App Annie le persone passavano in media 5 ore al giorno attaccate al telefono, ora questi valori sono aumentati, si stima un 30% in più rispetto agli anni precedenti. Il 2021 è stato il primo anno in cui in Italia si è registrato un simile valore. Certo, c’era la pandemia e quindi eravamo chiusi in casa, non molto altro da fare e il telefono era un semplice svago ma la tendenza anche oggi non è cambiata.
Secondo Trend Hunter il 66% degli utilizzatori mostra aspetti che si possono ricondurre alla nomofobia ovvero all’ansia di essere disconnessi, con lati anche patologici e critici che sono veramente importanti e possono dare risvolti anche sul lungo termine come ansia generalizzata, paura, difficoltà nei rapporti sociali, attacchi di panico.
Questo non vuol dire che la tecnologia è cattiva e la dobbiamo eliminare, assolutamente. Va però moderato l’utilizzo, soprattutto nei più giovani in fase di crescita che potrebbero avere ripercussioni importanti sul comportamento e sulla salute mentale, vivendo in un mondo che non è quello reale e visualizzando costantemente fatti e modelli che sono comunque alterati.