L’allarme è stato lanciato da NordLocker: un nuovo attacco hacker ha permesso di trafugare oltre 26 milioni di password
La rete è nuovamente sotto attacco. Come segnalato dagli esperti di NordLocker qualche giorno fa, un attacco hacker ha permesso di ottenere 1,2 TB di dati sensibili. Tra questi figurano circa 26 milioni di password, 1,1 milioni di e-mail, 2 miliardi di cookies molto altro. Un immenso database, che rende nuovamente vulnerabili gli utenti del web.
Secondo quanto riferito dai ricercatori dell’azienda di cybersecurity, pare che questi dati trafugati provengano principalmente da applicazioni di messaggistica. Ma anche client di e-mail, di gioco e da servizi di file-sharing. Gran parte dei file contenuti nell’immenso database sarebbero stati estratti fra il 2018 e il 2020, con circa 3 milioni di PC coinvolti.
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Attacco hacker, come scoprire se si è coinvolti
La segnalazione da parte di NordLocker fa tremare il web. “Chiunque può mettere le mani su questo tipo di malware custom. Si tratta di un’alternativa economica, personalizzabile e soprattutto scaricabile in tutto il web. Ci sono diversi annunci sul dark web con tanto di dettagli sull’uso” spiega l’azienda di cybersecurity, aggiungendo poi: “Ci sono persino lezioni su come usare i dati rubati per soli 100 dollari. Gli inserzionisti promettono la creazione di virus ad hoc per attaccare qualsiasi app richiesta“. Questo attacco hacker è solo l’ultimo dei tanti segnalati nelle ultime settimane. Le minacce sono rivolte tanto alle grandi aziende quanto ai singoli cittadini del web.
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Come sempre, in questi casi c’è un metodo per sapere se si è coinvolti nell’ultimo data breach: basta usare lo strumento Have I Been Pwned. Il database è già stato aggiornato con tutti gli account compromessi, e troverete dunque anche il vostro nel caso i dati siano stati trafugati.
Ovviamente il rischio di essere coinvolti in questo attacco hacker c’è, soprattutto considerando il fatto che – come spiegato da NordLocker – tra le credenziali raccolte ci sono anche quelle di piattaforme come Facebook, Twitter, Amazon e Gmail. Stesso discorso per gli oltre 2 miliardi di cookie estratti e inseriti nel database.