Soprattutto nell’ultimo anno, gli italiani si sono avvicinati sempre di più ai pagamenti digitali. E non sembrano voler tornare indietro
Lo scoppio della pandemia, le restrizioni, l’introduzione del Cashback e la crescita dell’e-commerce hanno inevitabilmente favorito lo sviluppo di un fenomeno: i pagamenti digitali. In realtà se ne parlava già da anni, guardando ad un futuro lontano nel quale i contanti sarebbero stati abbandonati definitivamente.
Non siamo ancora arrivati a quel punto, ma è innegabile che gli italiani siano sempre più inclini a pagare con la propria carta di credito. L’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano si è concentrato proprio su questo aspetto, raccogliendo alcuni dati eloquenti sul trend in Italia.
Pagamenti digitali, i numeri registrati dagli italiani nel 2021
Un 2021 che potrebbe aver segnato la svolta decisiva in questo senso. Gli italiani sono sempre più inclini ai pagamenti digitali, anche per le spese minori. Stando a quanto raccolto dall’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, infatti, c’è stato un boom delle transazioni tramite smartphone o device wearable: 7 miliardi di euro totali, il doppio rispetto al 2020. Discorso simile anche per le carte contactless, che hanno portato a 126,5 miliardi di euro in transazioni. Ad aver contribuito in questo senso è l’innalzamento a 50 euro del tetto massimo spendibile senza l’obbligo del PIN.
“La pandemia del Covid-19 ha colpito molto duramente diversi comparti economici, ma non ha bloccato il mondo dei pagamenti elettronici. Questi ultimi, infatti, hanno fornito ai cittadini italiani e non solo i mezzi per effettuare sempre più acquisti online nelle fasi di lockdown e sempre più pagamenti contactless al momento delle riaperture dei negozi” ha spiegato il Responsabile Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano Alessandro Perego: “Il divario nei confronti degli altri paesi in quanto a transazioni pro-capite è però peggiorato. L’Italia è scesa al 25esimo posto su 27 nella classifica continentale, davanti solo a Romania e Bulgaria“.