Gli smartphone e gli oggetti wearable della Generazione Z spingono i pagamenti digitali verso l’alto. Le resistenze però sono ancora tante
Se avete tempo e voglia prendete un calendario e cerchiate in rosso la data dal 19 marzo. No, non ve lo stiamo dicendo per ricordarvi del giorno di San Giuseppe e la Festa del Papà. Quello immaginiamo che sia già, a prescindere, nelle vostre scadenze.
Vi chiediamo di cerchiare in rosso quella data perché il 19 marzo 2025 verrà presentata l’anteprima del rapporto della Community cashless society 2025.
Un rapporto commissionato dalle aziende della filiera commerciale italiana al THEA, The European House – Ambrosetti, il popolare centro studi che ogni anno emette una serie di report sullo stato dell’economia del Belpaese. THEA che il prossimo 3 aprile, alla presenza di istituzioni e aziende, rivelerà i dati di un tema decisivo per lo sviluppo economico, i pagamenti digitali e cashless.

Pagamenti Digitali, le nuove abitudini degli italiani
Un fattore determinante perché, secondo le prime anticipazioni del report, i pagamenti digitali, meglio se cashless, sono preferiti da oltre il 76% degli italiani. Ma non solo, le abitudini hanno subito un rilevante cambiamento nella scelta del canale preferito.
Canale preferito che non è più il classico Pos ma, e nemmeno troppo a sorpresa, il pagamento con smartphone e modalità point to point.
Tipologia di pagamento che del precedente rapporto è aumentato del 4,7% tutto a discapito delle carte di pagamento. A spingere questo stato di cose, ovviamente, l’affacciarsi su livelli maggiori di consumo della Generazioni Z (i nati tra il 1997 e il 2012) e la Generazione Alpha, i nati dopo il 2012 che prediligono transazioni con dispositivi indossabili.
Complessivamente, sempre secondo il report Ambrosetti, i giovani tra i 18 e i 30 anni trascinano la crescita del cashless in modo importante. Anche se gli under 18 ricorrono ancora massicciamente al contante anche se in questo caso la supervisione dei genitori, atterriti dal rischio frodi, limitano questo tipo di azione.
Il report si sofferma, anche, sulle differenze geografiche del ricorso al pagamento cashless dove si registra una importante accelerazione in Sicilia, Sardegna e nelle regioni del Sud Italia.
Le resistenze ad un processo inevitabile
Da registrare, infine, la grande ascesa della modalità di pagamento, Buy Now Pay Later, aumentata proprio grazie alla facile integrazione con gli smartphone di oltre il 60% rispetto al report dello scorso anno.
Resta però, intonso, un tema tutto da sviscerare. Il fatto che molte imprese continuano a considerare l’e-commerce B2B meno strategico per la crescita del loro giro di affari.
Un elemento che si scontra, quasi frontalmente, con la sempre più ampia richiesta da parte dei cittadini agli esercenti di utilizzare i pagamenti digitali. Del resto, uno smartphone e uno strumento wearable in tasca lo abbiamo tutti e inibirne l’uso fa perdere fette di fatturato