Apple dà l’ultimatum agli sviluppatori dell’app Parler dopo i gravi accadimenti in America: il social network utilizzato dagli estremisti di destra era già stato eliminato dal Play Store di Google.
L’assedio al Campidoglio consumato qualche giorno addietro in America ha già fatto scattare i primi provvedimenti, finanche tecnologici. Ad essere finita al centro dell’attenzione è infatti l’app Parler, diffusamente utilizzata dagli estremisti di destra e tacciata di aver fatto da cassa di risonanza negli accadimenti di mercoledì scorso. In particolare, i molteplici contenuti a sfondo di violenza pubblicati all’interno del social network di cui si discorre avrebbero contribuito ad ingenerare la protesta vera e propria degli estremisti schierati a favore di Donald Trump, sfociata successivamente nei fatti di cronaca purtroppo ormai noti.
Al fine di prevenire episodi di una così bruta portata, Apple ha deciso in queste ore di porre un ultimatum all’app Parler. Nel caso di specie, il produttore di Cupertino ha minacciato di rimuovere a stretto giro il social network all’interno dell’Apple Store, laddove quest’ultimo non aggiunga funzionalità necessarie al controllo della pubblicazione dei post. Quello che Apple chiede agli sviluppatori dell’applicativo, in buona sostanza, è di implementare una efficace moderazione dei contenuti riportati all’interno del social network: verrebbero così consequenzialmente espunti tutti i post che incitano la violenza, onde evitare fenomeni di incandescenza. Parler avrebbe 24 ore di tempo per adeguarsi alle richieste, pena la rimozione dell’app dall’Apple Store.
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Parler è già stata eliminata dal Play Store di Android
Il provvedimento orchestrato da Apple fa il paio con l’analoga misura disposta da Google, che però ha inteso anticipare la disposizione abbozzata dal produttore di Cupertino. In particolare, l’app Parler è già stata eliminata dal Play Store di Android senza alcuna remora. Le motivazioni sono presto dette: la pubblicazione di contenuti che incitano la violenza è infatti elemento sufficiente per concretizzare il giro di vite invece ancora al vaglio di Apple.
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Dal suo canto, l’amministratore delegato di Parler si è difeso, facendo leva sul diritto alla libertà di parola: nessun utente dovrebbe essere impedito nel divulgare il proprio pensiero. In verità, bisogna aggiungere che i frequentatori del social network oggetto di attenzione erano già stati bannati da Facebook per aver pubblicato contenuti incitanti la violenza.