Un nuovo scenario per quanto riguarda il tanto discusso passaporto vaccinale, il documento digitale pensato per tornare a poter viaggiare e, forse, partecipare a eventi. Nonostante lo scarso successo riscosso, l’app Immuni, fin qui utilizzata per il tracciamento dei contagi, potrebbe tornare sulla cresta dell’onda.
A paventare l’ipotesi non è certo un nome a caso, bensì quello di Vittorio Colao, Ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale. Nel corso di un’audizione della Commissione Trasporti infatti, il ministro ha riacceso un faro sulla poco fortunata app di tracciamento, ipotizzando tuttavia che possa avere una seconda vita in veste di passaporto vaccinale. Ma in cosa consisterebbe questo lasciapassare di cui tanto si parla?
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>>WhatsApp e le linee guida sulla privacy: diventeranno illegali?
Lo scopo del certificato verde digitale, come ribadito anche dal Commissario per la Giustizia dell’Unione Europea Reynders, è quello di consentire ai cittadini UE di poter viaggiare in sicurezza e con meno restrizioni, a partire dall’estate di quest’anno. Disponibile gratuitamente e anche in forma cartacea, il certificato avrà un QR code che consentirà in modo rapido di accertarne la validità. Una sfida che va affrontata, affinché tutto funzioni nel migliore dei modi, a livello europei, con un grande sforzo di coordinamento tra i vari Stati. Ma vediamo quali sono i dati che gestirà questo certificato.
App Immuni, comprenderà al suo interno il passaporto vaccinale?
Sono fondamentalmente trei dati fondamentali che troveranno posto nel passaporto vaccinale, a prescindere che questo venga o meno inglobato nell’app Immuni: certificati di vaccinazione, certificati dell’esito dei test (rapidi e molecolari), certificati di avvenuta guarigione per le persone che hanno avuto il Covid-19. Non certo roba da poco dal punto di vista della privacy. Ma anche in questo caso è l’Unione Europea a illustrare le linee guida da seguire e a porre dei paletti. Sul certificato figureranno quindi nome e data di nascita, data di rilascio, informazioni varie sui vaccini e i test ai quali ci si è sottoposti (o sull’avvenuta guarigione in caso di cittadini che hanno contratto il virus) e un codice univoco atto a identificare il singolo documento.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>>Covid, il Pentagono partorisce un microchip per monitorare la pandemia
Il passaporto vaccinale avrà valore in tutti gli Stati membri dell’Unione, garantendo gli stessi “privilegi” in ognuno di essi. Potrà essere rilasciato anche ai cittadini non europei residenti all’interno dell’EU così come a quei viaggiatori diretti in Europa, compatibilmente coi requisiti richiesti. Sempre la Commisione Europea infine sottolinea come si tratti di una misura temporanea, destinata ad essere sospesa una volta che sarà dichiarata superata l’emergenza sanitaria.