Perché i dazi commerciali di Trump mettono in pericolo Apple e le grandi aziende tech

L’introduzione dei dazi statunitensi, per volere del presidente USA Donald Trump, hanno provocato un terremoto commerciale e ora spaventano molte aziende.

I dazi annunciati dal neopresidente americano Donald Trump si sono abbattuti sul mondo intero, provocando un terremoto commerciale senza precedenti. Una strategia politica molto rischiosa, non solo per i paesi stranieri, ma per gli stessi Stati Uniti, che rischiano una profonda recessione, a causa delle ingenti perdite già previste nel 2025. Miliardi di dollari bruciati in pochi giorni, e tanti altri se ne perderanno nelle prossime settimane.

il presidente USA Donald Trump
il presidente USA Donald Trump (Cellulari.it)

Tutte le aziende sono in allarme, sia i partner statunitensi che le società americane, e all’orizzonte si intravedono migliaia e miglia di licenziamenti, costi di produzione e prezzi di vendita alle stelle, e stabilimenti con lavoro ridotto. La controrisposta dei paesi stranieri, tra cui i paesi europei, ai dazi americani, non si è fatta attendere, provocando una guerra commerciale che solo un mese fa appariva inaspettata.

I dazi imposti da Donald Trump spaventano le aziende straniere e americane: perché Apple è in difficoltà

Già il braccio destro di Trump, l’imprenditore Elon Musk, si è lamentato della politica americana, prendendone le distanze, tanto che la sua Tesla è crollata, perdendo miliardi di introiti. Nonostante tutto, nonostante la crisi annunciata di importanti aziende americane, come Harley Davidson e Apple, Trump tira dritto, intenzionato a perseguire il suo obiettivo. Un obiettivo che, secondo tutti gli esperti del settore, risulta essere controproducente per tutti, soprattutto per gli Stati Uniti.

Il sogno dell’America First, o lo slogan della Make America Great Again, sono decisamente in bilico e rischiano di frantumarsi, tanto che negli Stati Uniti sono insorti già migliaia di lavoratori e associazioni di sindacati, tutti quanti in protesta contro il presidente. Si prospetta un periodo buio. Ma perché i dazi stanno mettendo in ginocchio le aziende americane, tra cui la Apple?

Accessori tecnologici della Apple
Accessori tecnologici della Apple (Cellulari.it)

Prima di tutto, occorre chiarire che gli Stati Uniti non sono grandi esportatori, ma sono grandi importatori. Dagli USA sono esportate poche merci, qualche brand di abiti sportivi, accessori tecnologici, poche auto e poche moto, whiskey e bevande gassate, burro d’arachidi e poco altro ancora. Tutte merci non necessarie per la quotidianità.

Di contro, gli USA comprano dall’estero prodotti tecnologici, vestiti di lusso, prodotti agroalimentari, come pasta, riso, verdura e frutta, vino, col rischio che, ora che sono scattati i contro-dazi, i cittadini americani pagheranno il triplo per poterli acquistare. Ma non solo, perché anche i prodotti statunitensi, in particolare quelle legati alle componentistiche del settore dell’auto e del settore della tecnologia, provengono da fuori. In questo contesto, che cosa succederà?

I contro-dazi spaventano gli americani, perché Apple è in pericolo e rischia di crollare

Componentistiche di auto e tecnologie, nonché tessuti di accessori sportivi, come tute e scarpe, pur essendo a marchio americano, sono prodotte all’estero, in particolare in quattro paesi: India, Cina, Vietnam e Taiwan. I dazi di questi paesi, ora triplicati, hanno fatto schizzare alle stelle i costi di produzione. In questo modo, gli Stati Uniti si sono dati la zappa sui piedi, perché, per produrre i propri prodotti, dovranno spendere molto di più rispetto a poche settimane fa.

Incremento dei costi di produzione e di vendita di Apple
Incremento dei costi di produzione e di vendita di Apple (Cellulari.it)

In Vietnam i dazi applicati hanno raggiunto il 46%, in Cina il 36%, poco meno a Taiwan, il 32%, e in India, il 26%. A questi, si sommano ora i contro-dazi dei singoli paesi. Gli statisti parlano di 5 miliardi di dollari di potenziale perdita solo quest’anno. Apple risulta una delle aziende più colpite, visto che le componentistiche degli smartphone, dei PC e delle cuffie dell’azienda di Cupertino, in California, provengono da India e Cina.

Significa che, ad esempio, gli iPhone avranno costi di produzione raddoppiati, e sul mercato verranno a costare molto di più, superando i 2.000 euro in Europa nel prezzo di listino, costringendo tanti acquirenti a rinunciare all’acquisto. Dunque, la politica aggressiva di Donald Trump, al momento, sta generando solo fratture commerciali, mettendo tutto il mondo contro gli USA. Chi sarà a rimetterci davvero?

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