La nostra voce non ci piace mai. Quando facciamo una nota audio non vogliamo mai riascoltarla, ma sapete perché? Ecco la verità
Capita a tutti di fare delle note audio su WhatsApp (ora anche su Instagram) per spiegare un concetto o aggiornare un amico più rapidamente rispetto alla scrittura di un messaggio. Ciò che invece capita molto meno spesso è di riascoltarsi.
Ci avete mai fatto caso? Ogni volta che riascoltiamo una nostra registrazione vocale, infatti, rimaniamo sgomenti. “Ma quella è la mia voce? Io parlo così“. Non ci piace ciò che sentiamo e, di conseguenza, non vogliamo mai più risentirci. Ma perché succede?
Qual è il motivo per cui non amiamo la nostra voce registrata?
Con l’avvento delle note audio o dei podcast, oggi tutti abbiamo la possibilità di riascoltare la nostra voce con molta più frequenza di quanto non sarebbe mai accaduto in passato. Come abbiamo anticipato questa tipologia di esperienza sonora non è mai la cosa più piacevole del mondo, anzi. Ci lascia sempre tra lo sgomento e il perplesso, se non, addirittura, arriva persino a darci fastidio.
Il motivo di questa “brutta esperienza” è da ricollegarsi soprattutto al modo in cui i suoni si diffondono. Le voci altrui ci arrivano solo per mezzo dell’aria, mentre la nostra voce la sentiamo tramite l’aria, ma anche tramite conduzione ossea, ossia tramite le ossa della testa. Questo va a modificare leggermente il timbro che percepiamo, che ci sembra molto più profonda di quanto non sia in realtà quando ci ascoltiamo. A seconda poi della tipologia di registrazione il risultato della nostra voce cambia ancora perché c’è anche un po’ di distorsione del microfono.
Quando diciamo quindi che la nostra voce registrata è orribile dobbiamo sentirci in grande compagnia perché capita anche a professionisti della radio la cui voce è invece adorata da chiunque. Il motivo per cui proviamo questo fastidio è legato al fatto che quando ci ascoltiamo, non sentiamo ciò a cui siamo abituati noi quindi, poiché la voce è un mezzo identificativo forte, è come se provassimo un disagio o una crisi identitaria.
Le cose da fare per ovviare a questo problema sono svariate, soprattutto se con la voce dobbiamo lavorarci. La prima cosa è sicuramente riascoltarci spesso, quindi abituare in qualche modo il nostro orecchio a sentire come viene percepita la voce dall’esterno. Se proprio poi abbiamo difficoltà a farci piacere ciò che ascoltiamo possiamo provare a fare degli esercizi specifici, magari migliorando la respirazione e l’uso del diaframma che influiscono molto sul nostro timbro finale.