La maxi-operazione “Black Out” della Polizia Postale dichiara guerra al “pezzotto”. Spenta la visione di contenuti illegali a 1,5 milioni di abbonati italiani.
La Polizia Postale sferra un duro colpo ai pirati del calcio e delle serie TV. Nell’ambito di un’operazione che ha coinvolto undici compartimenti regionali da nord a sud, è stata infatti smantellata una radicata organizzazione finalizzata alla vendita di abbonamenti al cosiddetto “pezzotto“, ossia il decoder che permette la visione – a prezzi sensibilmente ridotti rispetto a quelli di listino – di contenuti appartenenti alle piattaforme SKY, Mediaset, DAZN e Netflix. I numeri a contorno sono a dir poco imponenti: l’accesso illegale alle IP TV avrebbe rimpinguato un mercato da ben 15 milioni di euro al mese, alimentato costantemente grazie alla presenza di 1,5 milioni di abbonati italiani.
L’esistenza di una complessa infrastruttura tecnologica volta alla trasmissione illecita su Internet di partite di calcio e serie TV era stata confermata dapprincipio dall’impulso della Procura di Catania. Le indagini condotte hanno preliminarmente permesso di rinvenire le sorgenti da cui si dipanava il segnale piratato, affossando poi a cascata l’intero network grazie all’azione concertata in queste ultime ore. La struttura operava a livello nazionale e aveva nella città di Messina il suo snodo più importante, gestendo infatti l’80% dei flussi illegali di IP TV in Italia. Il segnale veniva invece veicolato tramite un sottobosco di siti web.
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L’organizzazione era delineata seguendo uno schema piramidale: i vertici della struttura acquistavano dapprima lecitamente i contenuti di SKY, Mediaset, DAZN e Netflix e poi li trasformavano in dati informatici da trasmettere tramite il “pezzotto” collegato ad Internet; gli abbonamenti – che avevano un costo mensile di appena 10 euro a fronte di una visione “all inclusive” – venivano venduti agli utenti finali tramite una fitta intelaiatura di rivenditori locali, come spiegato in una nota diramata dalle Forze dell’Ordine.
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Le indagini promosse dalla Polizia Postale di Catania hanno inoltre fatto luce sull’esistenza di svariati blog, social network e pagine o gruppi presenti sulle principali app di messaggistica – in particolar modo Telegram – aventi l’obiettivo di pubblicizzare l’acquisto dei contenuti illeciti, incrementando così il giro d’affari dell’infrastruttura.
Ai quarantacinque indagati sono state contestate le violazioni degli artt. 615-ter aggravato, 640-ter del codice penale, unitamente dell’art. 171-ter della legge n. 633/1941. Quarantaquattro invece le perquisizioni disposte in queste ore lungo tutto il perimetro nazionale.
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