Nuovo colpo della Polizia Postale italiana che, in collaborazione con ventisei forze di polizia di altrettante nazioni, ha portato a segno con successo una nuova operazione, la cosiddetta Emma (European Money Mule Action) che ha permesso di far scattare le manette a migliaia di cyber-criminali.
L’operazione “Emma” si sta articolando in due fasi: quella operativa effettuata negli ultimi tre mesi e quella appena iniziata, incentrata su una campagna di sensibilizzazione e prevenzione nei Paesi che hanno aderito all’iniziativa.
Nella prima fase sono stati 19 i Paesi dell’Unione a essere coinvolti, una vera e propria maxi operazione coordinata da Europol e con il supporto di Interpol, della Federazione Bancaria Europea (EBF) e dei partners privati Microsoft, Western Union, Fintrail, Coinbase e Fourthline, oltre a Moldavia, Svizzera, Regno Unito, Australia, Singapore, Hong Kong, Colombia e Stati Uniti.
Individuate 7000 transazioni fraudolenti. Avviate 2500 indagini
In questa seconda fase il fine è quello di far capire la pericolosità delle frode online, quel phishing, una parola entrata ormai nel vocabolario italiano che tende a rubare dati finanziari o codici di accesso, fingendosi un ente affidabile, creando “consapevolezza in chi favorisce, con la propria opera, il riciclaggio dei proventi di attività illecite”.
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“Nell’ambito di tutta l’operazione – fa sapere la Polizia Postale – attraverso il supporto di oltre 400 istituti bancari e altre istituzioni finanziarie, settemila transazioni bancarie fraudolente sono state individuate e 2.500 indagini sono state avviate. Grazie a tali attività sono state sventate frodi per un danno stimato in 67,5 milioni di euro. Più di 18mila sono stati i muli individuati, mentre sono 324 gli organizzatori e i coordinatori identificati.
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La validità della maxi Operazione Emma sta dando i suoi frutti, come testimoniano i numeri del bilancio: purtroppo c’è una forte aumento delle transazioni fraudolente rispetto allo scorso anno pari a 922, ma i numeri positivi vengono rappresentati dall’azione di contrasto della Polizia postale. Che ha permesso di identificare 356 money mule e recuperare 11,5 milioni di euro.
L’operazione Emma non fa altro che confermare il solito attacco dei cyber-criminali: phishing sì, ma anche il cosiddetto SIM swapping, in forte crescita, che che consente di avere accesso al numero di telefono del legittimo proprietario e violare determinate tipologie di servizi online che usano proprio il numero di telefono come sistema di autenticazione, una minaccia seria soprattutto per i dispositivi aziendali. Così come i fake siti e-commerce. La tecnica è sempre la stessa. I soldi rubati servivano nella stragrande maggioranza dei casi di reclutare i cosiddetti “money mules” per riciclare tutto ciò che avevano rubato con un attacco hacker in piena regola.