Come lo è stato, e lo è tuttora, per SKY, lo sarà anche per DAZN e tutte le piattaforme a forti tinte sportive: dovranno fare i conti con la pirateria audiovisiva, IPTV e Pezzotto, che hanno individuato il nuovo mondo da contaminare.
La fine del lockdown è coincisa con un forte calo degli atti illeciti, diventati 57 milioni nell’ultimo anno, contro i circa 243 del lockdown. Ma se cinema e serie tv possono respirare, le piattaforme sportive devono preoccuparsi ulteriormente, stando ai numeri rilasciati da Fapav e Ipsos su un’indagine a campione di 1000 intervistati, svolta lo scorso maggio, fra il 7 e il 12.
Pirateria audiovisiva, IPTV e Pezzotto rallentano la morsa su film e serie TV. Ma…
La pirateria digitale non ha risentito affatto del lockdown, è in crescita del 4% rispetto al 2019, con una flessione solo nelle sue componenti di download e streaming, ma non IPTV. Certo, film e serie TV restano i contenuti più piratati (25% contro il 31% il primo, 20% contro 23% il secondo), ma crescono a dismisura gli eventi sportivi live, piratati con un 14% negli ultimi 12 mesi, in aumento rispetto al 10% del 2019. Un numero probabilmente destinato a salire visto che con DAZN il prossimo campionato di Serie A (e non solo) sarà il primo completamente digitale.
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Pirateria audiovisiva, IPTV e quel Pezzotto che basta collegarlo alla TV (tipicamente un set-top-box a base Android con a bordo un software creato per vedere i contenuti multimediali in streaming) per vederlo, rappresentano ancora un grande problema, maggiore considerando la ripresa economica del Paese dopo il lockdown. La conferma arriva da altri numeri rilasciati dall’ultima indagine di Fapav e Ipsos.
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Sono circa 11 milioni, infatti, gli italiani che hanno utilizzato almeno una volta le Iptv illecite (comunque in crescita, dal 21% contro il 19% nel periodo di lockdown) e il 37% è cosciente di commettere un reato utilizzando questi strumenti illeciti.
“Va posta la massima attenzione all’implementazione della Direttiva Copyright nel nostro ordinamento, è necessario che avanzi l’iter relativo alle proposte di legge in tema di antipirateria, ora calendarizzate. Sul fronte europeo, è centrale la discussione intorno al Digital Services Act, che rappresenta una grande occasione per rafforzare le azioni e gli strumenti di tutela dei contenuti sul web”. Così parlò Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali.
“Dobbiamo sostenere al massimo l’industria audiovisiva in questa fase di ripartenza, con l’obiettivo di rafforzare le azioni di tutela, per garantire una solida base di regole certe a sostegno dell’intera filiera”.
FAPAV opera dal 1988 come associazione senza scopo di lucro per proteggere la Proprietà Intellettuale, il Diritto d’Autore ed i diritti connessi. Ad essa aderiscono sia le industrie del settore, i membri permanenti ANEC, ANEM, ANICA, APA, MPA e UNIVIDEO, con oltre 40 imprese associate.
Ipsos, invece, è una multinazionale di ricerche di mercato e consulenza, con sede a Parigi. L’azienda è stata fondata nel 1975 da Didier Truchot ed è quotata alla Borsa di Parigi dal 1º luglio 1999. E’ presente in 88 paesi e coinvolge quasi 20 mila persone.