Pirateria informatica in Italia: uno studio racconta il fenomeno tra numeri record e fattori socio-culturali

Un’inchiesta di Time2Play mostra quanto sia ancora diffusa la pirateria informatica in Italia, evidenziando alcuni aspetti socio-culturali che continuano a spingere il fenomeno

Il fenomeno della pirateria informatica “raccontato” ai tempi delle piattaforme di streaming , siano esse audio o video. La nascita delle seconde ha certamente avuto riflessi anche sul sopracitato tema “oscuro”, ma fino a che punto questo fenomeno può dirsi effettivamente in flessione o in decadimento?

Pirateria informatica Italia
La pirateria informatica in Italia raccontata dall’indagine di Time2Play (AdobeStock)

La recente indagine di Time2Play ha voluto approfondire il livello di diffusione della pirateria informatica in Italia, e il risultato non sorprende più di tanto. Nonostante la presenza di servizi che permettono di fruire di musica o video a 10 euro al mese, sono ancora in tanti ad accedere illegittimamente a contenuti protetti dal diritto d’autore. E questo per motivazioni varie, raccontante all’interno della stessa indagine.

L’inchiesta condotta da Time2Play ha preso in considerazione le risposte di 1.120 italiani, di età compresa tra i 18 e i 33 anni, provenienti da tutte e venti le regioni d’Italia e con reddito medio di poco superiore ai 26 mila euro. Ciò che risulta è un quadro piuttosto deciso: il 68% degli intervistati ha ammesso di aver scaricato contenuti multimediali (film, serie TV o audio) da piattaforme illegali.

Ma per quale motivo? Le ragioni addotte sono diverse. Il 68,3% ha spiegato che i contenuti “pirata” non erano disponibili sulle piattaforme streaming a pagamento, mentre il 16,2% lamenta problematiche economiche che non permettono di abbonarsi alle piattaforme legittime.

Pirateria informatica in Italia: un fenomeno spinto da fattori socio-culturali

Pirateria informatica Italia
L’indagine di Time2Play sulla pirateria informatica in Italia (Immagine by Time2Play)

I discorsi economici si intrecciano però con un importante fattore socio-culturale, che poi è quello che continua a mettere le ali alla pirateria informatica nonostante il sopravanzare delle piattaforme dove vedere film e serie TV. Campeggia in questo senso la risposta del 74,9% degli utenti intervistati, ottenute tramite un test a risposta multipla somministrato dalla stessa fonte: “perché pagare quando si può ottenere lo stesso materiale in forma gratuita?”.

L’indagine analizza anche il rapporto tra la pirateria informatica e le altre infrazioni sulla rete. Dai numeri raccolti dall’inchiesta di Time2Play, il 28,5% degli utenti intervistati ha ammesso di compiere altre infrazioni sulla rete oltre a fare usi illegali di contenuti protetti dal diritto d’autore.

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