I nuovi Pixel 6 saranno ambasciatori del primo processore proprietario di Google. Il gigante di Mountain View vuol far sul serio, rovesciando radicalmente l’aspetto estetico dei suoi dispositivi.
Google riparte dai top di gamma, cuore pulsante di un profondo rinnovamento destinato a coinvolgere anche il trascurato settore degli indossabili. Dopo un 2020 piuttosto avaro di novità e per lo più incentrato su dispositivi di fascia media, il gigante di Mountain View pare finalmente intenzionato a riprendere il cammino perduto e a mostrare i muscoli dinanzi allo strapotere dei concorrenti.
Il marchio di fabbrica di Big G saranno nuovamente i flagship, scelta quest’ultima riconducibile più a finalità opportunistiche che a motivazioni squisitamente commerciali. I nuovi Pixel saranno infatti ambasciatori di Google Silicon, primo processore realizzato da Google in collaborazione con Samsung e costruito secondo i paradigmi di un processo produttivo a sei nanometri. Evidente è perciò l’obiettivo a breve termine dell’azienda americana: creare quello stretto legame tra hardware e software che ha da sempre caratterizzato i dispositivi Apple, ponendosi in quest’ottica come unica autentica alternativa Android alla “mela”.
La discontinuità dei Pixel 6 non sarà, ad ogni buon conto, soltanto di tipo componentistica, ma coinvolgerà anche e soprattutto il versante estetico. L’utilizzo del plurale dovrebbe aver già fatto comprendere alcune scelte di Big G: alla stregua dei vecchi Pixel 4 e 4 XL – allo stato attuale gli ultimi top di gamma realizzati da Google – i nuovi smartphone si sdoppieranno in due varianti, di cui una impreziosita dall’accomodante suffisso “Pro“. Una conferma ulteriore, se vogliamo, di un cambio sostanziale rispetto al passato.
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Design squadrato e protuberanza della fotocamera
Come dicevamo, la gamma Pixel in salsa 2021 farà sfoggio di un rinnovamento estetico e a confermarlo sono alcune indiscrezioni riportate dall’affidabile giornalista americano Jon Prosser, da sempre in prima fila quando l’oggetto del contendere fa leva su dispositivi a firma Google. La fonte ha infatti avuto il pregio di divulgare alcuni render che dovrebbero replicare il design di Pixel 6 e 6 Pro, in effetti diametralmente opposto se lo si raffronta agli smartphone commercializzati in passato dal colosso statunitense.
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Le immagini mostrano un prodotto che sembra collocarsi a metà strada tra un Note 20 e un Galaxy S10 di Samsung, tanto per abbozzare qualche paragone. Lo smartphone sfoggia infatti un aspetto squadrato e professionale, impreziosito da cornici sottili e di eguale misura – caratteristica, quest’ultima, già inaugurata su Pixel 5 – e da una fotocamera posizionata al centro del display. Sul posteriore, invece, campeggia una mastodontica e protuberante fascia orizzontale che copre i tre sensori e un flash LED. Proprio sul comparto fotografico sembrano essere rivolte le maggiori attenzioni di Google, stante l’implementazione di sensori realizzati da Samsung e, soprattutto, più generosi e performanti in termini di potenzialità.
I nuovi Pixel 6 e 6 Pro debutteranno verosimilmente ad ottobre, durante il corso di un evento stampa che dovrebbe con ogni probabilità segnare il debutto di Pixel Watch, primo indossabile di Google destinato a sfidare a campo aperto lo strapotere di Apple Watch.