Le rinnovate linee guida indirizzate da Google agli sviluppatori avranno il compito di migliorare il Play Store e render più immediata e trasparente la ricerca delle app Android.
Google ufficializza un procedimento di riordino del Play Store, nel tentativo evidentissimo di migliorare l’esperienza d’uso degli smartphone Android. Le rinnovate linee guida indirizzate agli sviluppatori avranno infatti il compito di render più immediata la ricerca delle applicazioni, con consequenziali benefici sotto il fronte della trasparenza e dell’intuitività. In particolare, le mosse di Google sono concentrate secondo differenti direzioni, abbracciando tre parametri ritenuti centrali per riconoscere un determinato programma e differenziarlo rispetto ad un altro apparentemente uguale: il nome, l’icona e la provenienza, ossia la specificazione dello sviluppatore che ha curato le fasi di disegno e realizzazione dell’app.
L’obiettivo di Big G sembra dunque esser inequivocabile: evitare che l’utente possa scaricare un’applicazione diversa da quella in realtà cercata e perciò voluta, in quanto attratto da elementi confusionari od addirittura fuorvianti (si pensi, ad esempio, ad una icona che non si lega al nome dell’app, oppure all’impiego dell’etichetta “gratuita” in un programma invece a pagamento). Pratiche, per inciso, tutt’altro che inusuali o marginali, dal momento che spesso e volentieri utilizzate per far lievitare i numeri di download di una determinata applicazione e superare di slancio la concorrenza.
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Obiettivo trasparenza
Per realizzare l’obiettivo, il sodalizio di Mountain View chiama all’appello gli sviluppatori, i quali saranno chiamati ad adeguarsi alle nuove politiche ufficializzate da Google. Ne citiamo giusto un paio, a conferma delle intenzioni marcatamente trasparenti di Big G. La prima modifica toccherà innanzitutto il nome, che dovrà essere condensato in non più di trenta caratteri e non potrà essere accompagnato dall’utilizzo di intere parole scritte in maiuscolo o di emoticon. In seconda battuta, non sarà più accettato l’inserimento di scritte, numeri (ad esempio, “#1”) od elementi grafici che possano mettere in mostra una qualche posizione di superiorità o preminenza rispetto ad altre applicazioni, come ad esempio le icone a forma di coppa, o parole del calibro di “migliore”. Infine, non potrà farsi richiamo – sia sull’icona che sul nome dell’app o di quello dello sviluppatore – di parole del calibro di “free”, “sale” e “no ads”.
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Sebbene ufficiali, non sono ancora note le date di entrata in vigore delle nuove misure: è comunque probabile che l’ormai imminente Google I / O 2021 faccia chiarezza sul punto, colmando i dettagli mancanti.