Ormai un anno fa, Sony è stata accusata di sfruttare il suo PlayStation Store per renderlo un vero e proprio monopolio. Proprio nelle scorse ore, è arrivata la sentenza da parte del tribunale della California
Prosegue il successo senza sosta di Sony, anche e soprattutto grazie al brand PlayStation. Milioni di utenti ogni giorno accendono la propria console per connettersi, giocare online ed effettuare acquisti tramite lo Store ufficiale. Proprio su quest’ultimo tema, non mancano però le critiche.
In particolare, lo scorso anno alcuni consumatori avevano avviato una vera e propria class action ai danni del colosso asiatico. Il motivo? Le regole stringenti dello Store avrebbero dato vita ad una sorta di monopolio, andando a danneggiare retailer e clienti stessi. Alla fine, è arrivata la risposta da parte del tribunale della California.
PlayStation Store, respinte le accuse ai danni di Sony
Alla fine, il tribunale della California ha deciso di accogliere la richiesta di Sony Interactive Entertainment di respingere la class action. Le regole applicate per il PlayStation Store non vanno in alcun modo a creare un monopolio sul prezzo e sulla distribuzione dei giochi digitali. I consumatori affermavano che SIE detenesse il pieno controllo dei prezzi di praticamente tutti i titoli venduti sul PSN. La rimozione dei codici digitali era una sorta di affermazione del monopolio dei prezzi.
Stando a quanto riportato da Bloomberg Law, il giudice Richard Seeborg ha archiviato il caso la scorsa settimana, spiegando come non ci siano prove che SIE abbia rimosso i codici dai negozi. “Per tutti i suddetti motivi, la mozione di archiviazione è accolta perché i querelanti non hanno denunciato un’adeguata condotta anticoncorrenziale ai sensi dello Sherman Act e le altre affermazioni che derivano dallo Sherman Act” ha scritto il giudice, chiudendo la questione. Dunque Sony potrà continuare ad applicare le proprie regole decise all’interno del PlayStation Store, sia a livello di vendite che di codici promozionali utilizzabili dai consumatori.