California, terra dei Big Tech. Della fantascientifica ma realistica Silicon Valley. Terra Di Google, Apple, Ebay, Netflix, Intel. E anche di PopID, una società con base a Los Angeles che per i pagamenti… ci mette la faccia. Sì, proprio così. Iscrizione al servizio online, registrazione a PopID, uno schermo LCD collegato a una piccola camera in grado di usare il riconoscimento facciale grazie a un database. E il gioco è fatto.
Niente più contanti, assegni, carte di credito, bancomat, password da ricordare o app sugli smartphone: il pagamento alla cassa è effettuato. Tutto tramite contactless, quel sistema funzionante per mezzo delle tecnologie RFID (Radio-frequency identification) ed NFC (near-field communication, connettività senza fili)
Il sistema funziona, visto che si sta allargando a macchia d’olio su tutta la West Coast. Sta accadendo in piccolo ciò che è già grande per la Cina, nazione pioniera per l’utilizzo di pagamenti attraverso il riconoscimento facciale, grazie a due aziende leader come Alipay (una piattaforma di pagamento online lanciata nel 2004 in Cina da Alibaba Group) e WeChat Pay (servizio di pagamento mobile e portafoglio digitale) molto più avanti nell’implementazione del sistema. Che prevedono quasi 800 milioni di cinesi sposare questa forma di pagamento, non poi così lontana dall’essere ottimizzata.
PopID, come funziona
Il sistema dei californiani potrebbe essere pagamento più sicuro, anonimo e meno tracciabile di uno via app del cellulare. Dentro gli smartphone può restare traccia delle operazioni e spostamenti via gps, mentre il riconoscimento facciale in realtà non opera neanche una vera fotografia al momento del pagamento, quanto un tracciamento di vettori facciali.
Per accedere a PopID bisogna registrarsi con un selfie. L’immagine viene tradotta in una chiave digitale sicura e archiviata nel cloud PopID. Si possono persino salvare le informazioni di pagamento.
Il secondo passaggio necessario per il pagamento attraverso il riconoscimento facciale è la scelta di essere riconosciuto in qualsiasi attività abilitata a PopID. CI si può mettere di fronte alla telecamera o dirlo alla cassiere di turno, perché PopID non identifica mai senza il permesso.
Il terzo passaggio è praticamente una combinazione biunivoca. Il cliente sceglie il selfie migliore e PopoID verifica che quel riconoscimento facciale corrisponde al cliente stesso. Il cloud PopID abbina l’immagine crittografata alla chiave e fa sapere all’azienda chi è il cliente.
Quarto passaggio: transazioni più veloci e facili. Niente più carte d’identità, password o numeri fedeltà di cui preoccuparsi. Si può pagare… mettendoci la faccia.