Privacy e smartphone, sembrerebbe che le paure di molti siano fondate, i nostri dispositivi ci ascoltano davvero? Scopriamolo insieme.
Gli smartphone ci ascoltano? La questione non è semplice, ma esplorarla può chiarire molti dubbi. Molti di noi hanno sperimentato l’apparente “magia” di parlare di qualcosa e poi vedere pubblicità su quel tema online. La domanda è: i nostri dispositivi ci stanno spiando?
La spinosa questione su privacy e smartphone
Per prima cosa è importante capire come funziona la pubblicità digitale, che si basa sulla raccolta di dati per creare annunci personalizzati. Questo processo, noto come “Pubblicità Comportamentale Online” (OBA), utilizza le informazioni raccolte dai nostri comportamenti online. Ogni azione che compiamo sul web lascia tracce che vengono analizzate da algoritmi per costruire un profilo dettagliato di noi. Grazie a pochi minuti passati online è possibile creare un profilo davvero molto dettagliato su di noi, tanto che nell’ambito informatico si usa dire che, spesso, i database ci conoscono meglio di quanto noi non conosciamo noi stessi.
La tecnologia avanzata ha reso più facile raccogliere dati da fonti diverse, e non si tratta solo di ciò che cerchiamo su Google. Ogni dispositivo “smart” – smartphone, smartwatch, smart TV – è connesso alla rete e raccoglie dati su di noi. Questi dati contribuiscono a creare un’impronta digitale che ci segue ovunque andiamo online.
La paura che i nostri dispositivi ci ascoltino è alimentata dalla mancanza di trasparenza su come i dati vengono raccolti e utilizzati. Tuttavia, la realtà è che non c’è bisogno di microfoni nascosti per profilare gli utenti. Le pubblicità che vediamo potrebbero derivare non solo dalle nostre ricerche, ma anche da quelle di persone vicine a noi, come partner o colleghi.
Il fenomeno di percepire una connessione tra le conversazioni e gli annunci pubblicitari è spesso dovuto a bias cognitivi. Tendiamo a notare due eventi vicini nel tempo e a cercare una spiegazione causale, anche se non c’è una vera correlazione. Questo accade perché ricordiamo meglio gli eventi recenti e cerchiamo conferme di ciò che già crediamo vero.
Cosa c’è di vero dietro tutto ciò?
Nonostante gli esperimenti e le teorie, non ci sono prove definitive che i dispositivi ascoltino attivamente le nostre conversazioni per scopi pubblicitari. Studi accademici indicano che, sebbene alcune forme di intercettazione siano tecnicamente possibili, non ci sono evidenze concrete. Per proteggere la propria privacy, è importante adottare misure come bloccare i cookie non necessari, usare estensioni anti-tracciamento, navigare in modalità incognito e utilizzare strumenti come VPN. Tuttavia, la conoscenza è la vera chiave: comprendere come funziona la tecnologia ci aiuta a mantenere il controllo sui nostri dati.