L’Agcom imporrà a DAZN di inserire uno speed test dentro la sua app, una decisione che dovrebbe essere estesa anche alle altre app di OTT dedite alla trasmissione di calcio. Un presupposto per ottenere eventualmente un rimborso, secondo alcune linee guida che sono già state anticipate e che riportiamo nell’articolo
Arriveranno il 20 gennaio le decisioni dell’Agcom sulle questioni che hanno accompagnato il tortuoso percorso dello streaming delle partite di calcio su DAZN e sugli altri servizi di streaming. Una data, quella riportata in anteprima da Repubblica sulla base di indiscrezioni provenienti da un’associazione di consumatori, che segnerà l’intervento dell’Autorità garante delle comunicazioni e che porterà soprattutto all’introduzione dello speed test su DAZN e sulle altre app di OTT dedite alla trasmissione di calcio.
La novità non è propriamente inedita e sottende anzi alcuni ragionamenti abbastanza marcati. Attraverso lo speed test, che ricordiamo essere un vero e proprio misuratore della connessione Internet espresso in risultati di velocità in download e upload, l’abbonato avrà una visione chiara (tanto per restare in tema, ndr) in ordine al presunto responsabile delle difficoltà nello streaming delle partite di calcio. E qui si apriranno due scenari: un malfunzionamento riconducibile ai servizi DAZN, oppure al contrario della società che vende il servizio di connessione Internet di rete fissa, con cui l’abbonato ha sottoscritto un contratto.
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L’introduzione dello speed test su DAZN servirà quindi ad accertare o sgomberare responsabilità in capo all’emittente in caso di cattiva visione delle partite. Il presupposto, se vogliamo, di una seconda novità: l’introduzione di un diritto a un rimborso, che sarà erogato secondo alcune linee guida già trapelate su Internet ma che saranno ufficializzate tra qualche giorno dalla stessa Autorità. Secondo quanto si legge, si avrà ad esempio diritto al ristoro in presenza di problemi con l’accesso all’app DAZN, oppure di cattiva visione di una parte congrua della partita (onde scongiurare, in questo caso, la “raffica” di rimborsi in presenza di pochi secondi di malfunzionamento, abusando di conseguenza del diritto), bassa qualità rispetto agli standard di DAZN o problemi con l’accesso all’incontro trasmesso in streaming.
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Il rimborso non potrà essere in ogni caso superiore ai 7,50 euro per ogni singolo turno di campionato, che poi è di fatto un quarto dell’abbonamento mensile di DAZN.
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