Ipocondriaci d’Europa e d’Italia, unitevi! O meglio, sono già tanti e decisamente uniti, con il Bel Paese che spicca nella classifica delle nazioni del Vecchio Continente che si affidano ad internet e i motori di ricerca, Google su tutti, per avere un primo parere (la cui affidabilità rimane tutta da verificare) in presenza di un dolorino insolito o di qualche particolare malanno fisico.
A tutti sarà capitato, almeno una volta nella vita, di aprire una nuova scheda nel browser dello smartphone o del pc per cercare di capire che cos’è che causa quel fastidioso dolore alla cervicale, quel problema di digestione e chi più ne ha più ne metta. L’oracolo Google rimane tra i “medici” più interpellati al mondo. A tal proposito Statista, basandosi sui dati forniti da Eurostat frutto delle indagini condotte nel 2021, ha stilato una vera e proprio classifica dei paesi europei che più si affidano ad internet per avere un primo consulto preliminare.
Al di là delle percentuali in sé, il dato che colpisce maggiormente è come questo fenomeno si cresciuto a dismisura nel corso degli ultimi 10 anni, di pari passo del resto con la diffusione sempre più massiccia di connessioni internet mobile sempre più performanti.
L’Europa si affida a “Dottor Google”, il 53% degli italiani cerca un primo “consulto medico” online
Lo studio ha preso in considerazione un campione di età compresa tra i 16 e i 74 anni e, come si può vedere dalla tabella qui sopra, non mancano certo le sorprese. Il primo dato a balzare all’occhio è inevitabilmente anche l’unico ad andare controcorrente: la Germania infatti è l’unico paese europeo che rispetto al 2011 – quando il 54% della popolazione si rivolgeva a Big G per trovare informazioni sanitarie – ha registrato un calo, scendendo all’attuale 45%.
Per il resto è tutto un crescendo, a partire dalla Finlandia che conferma il primato del 2011 (guidava la classifica con il 50%, ora lo fa con l’80%), alla Danimarca (dal 54 al 75%), alla Spagna (dal 38 al 69%) e via via fino all’Italia. Nel nostro Paese oltre la metà dei cittadini (il 53%) bussa alla porta di Dottor Google, nel 2011 a farlo era grosso modo la metà, il 27%.
Inutile ribadire che le informazioni trovate online non possono e non devono mai sostituire il parere di un vero specialista, frutto di una visita ed eventuali accertamenti; anzi, nella maggior parte dei casi non fanno che generare preoccupazione immotivata negli utenti o indirizzarli verso improbabili cure “fai da te”.