L’indice 2021 di reBuy sui rifiuti elettronici derivanti da vecchi cellulari conferma l’importanza della via del riciclo.
Gli ultimi dati condivisi da reBuy, la piattaforma specializzata nell’usato, vogliono fare chiarezza su quello che è forse l’effetto principale determinato dalle mode e dal consumismo: la quantità di smartphone “dismessi”, afferenti cioè dispositivi accantonati senza troppe remore sol perché non più conformi alle ultime tendenze del mercato mobile. Eppure si tratta di prodotti perfettamente funzionanti e in taluni casi anche abbastanza congegnali per far fronte alle esigenze del consumatore medio.
L’analisi di reBuy ha così l’obiettivo di confrontare, in un generale quadro che coinvolge l’Europa e i Paesi extra UE, il numero di telefoni cellulari pro capite, nell’ottica di un discernimento delle abitudini degli utenti in materia di riciclo e riutilizzo dei dispositivi mobili ormai accantonati. Volgendo lo sguardo innanzitutto all’Italia, si evince che il quantitativo pro capite di smartphone posseduti da ciascun cittadino è pari a 0,96 unità, mentre quelli dismessi e rinchiusi dentro a qualche cassetto sono circa 1,05 a testa. Quest’ultimo dato permette al nostro territorio di classificarsi al dodicesimo posto tra i 27 paesi UE.
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Il dato in questione pone dunque l’Italia sotto ad alcune realtà che invece sembrano fare incetta di cellulari. La Svezia, ad esempio, ha il maggior numero di telefoni pro capite “dismessi” (pari a 1,31), seguita a ruota dalla Finlandia (1,29) e dal trittico Regno Unito, Lituania ed Estonia, accomunate al dato di 1,24 telefoni cellulari pro capite. La conseguenza è presto detta: in tali paesi sono di più gli smartphone infilati nei cassetti degli appartamenti che quelli realmente in utilizzo.
I cellulari dismessi lungo il nostro territorio corrispondono a 63,4 milioni, pari quindi a circa 2,078 tonnellate di rifiuti elettronici. Il tasso di riutilizzo dei cellulari arriva invece al 75% (tradotto, al fine di render meglio l’idea, in una famiglia su tre). ReBuy ha inoltre calcolato il valore di vendita in milioni di euro dei metalli preziosi che è possibile rinvenire all’interno di ciascun telefono dismesso, in particolar modo l’oro, platino, palladio e rame, e il numero raccolto è da far tremare i polsi: 1,9 miliardi di euro.
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Da qui si spiega l’importanza della via del riciclo: rinchiudere uno smartphone dentro a un cassetto equivale a rinunciare a un cospicuo tesoretto composto da metalli rari e ricercati, dando l’assist a estrazioni minerarie che comportano un innalzamento dei livelli di emissione di CO2.
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