L’estate, per fortuna, ha portato una bella ventata di buone notizie sulle attività del trojan Android.Spy.4498 e dell’adware Android.HiddenAds, uno diminuito di oltre il 20%, l’altro quasi del 10%. Purtroppo però le app dannose rimangono tra le minacce Android più diffuse. E alcuni smartphone made in Cina vengono travolti da virus.
Lo rivela sempre il ben informato Doctor Web, che lancia un allarme da tenere in considerazione: quattro noti smartphone, probabilmente “taroccati” alla fonte, nascono infettati, venduti con il virus preinstallato.
Virus, tra l’altro, anche abbastanza pericoloso visto che, come fa notare la suite software sviluppata dalla società anti-malware russa, il primo servizio antivirus in patria, attacca il profilo WhatsApp, e può essere usato per spiare l’utente.
Il primo smartphone venduto con il virus preinstallato sarebbe il Huawei Mate 40, un cellulare Android da circa 600 euro, fortemente votato all’imaging, dispaly da 6.5 pollici, risoluzione di 2376×1080 pixel, 5G, fotocamera da 50 megapixel che permette di scattare foto di alta qualità con una risoluzione di 8060×6200 pixel e di registrare video in 4K alla risoluzione di 3840×2160 pixel.
Il secondo smartphone finito nel mirino di Doctor Web è il Redmi Note 8, smartphone che non arriva a 400 euro, display touch da 6.3 pollici, risoluzione di 2340×1080 pixel, fotocamera da 48 megapixel che permette di scattare foto di alta qualità con una risoluzione di 8000×6000 pixel e di registrare video in 4K alla risoluzione di 2160×3840 pixel.
Terzo smartphone da evitare, o comprare solo dopo un’attenta valutazione è il Huawei P48 Pro, smartphone economico da un centinaio di euro e poco più, display da 5.8 pollici, Dual SIM.
Anche il quarto smartphone è molto economico, forse per questo ancora più pericoloso perché oggetto di acquisto facile, soprattutto per chi ha bisogno di un secondo cellulare “da battaglia”. Su Amazon lo smartphone made in Xiaomi si trova a meno di cento euro, in promozione.
Dall’analisi della società di cyber sicurezza russa è emerso che l’obiettivo vero della campagna è rubare i profili WhatsApp di chi compra e usa tali telefoni, che hanno malware preinstallati “trojan – specifica Doctor Web – che eseguono codice arbitrario nelle app di messaggistica WhatsApp e WhatsApp Business e possono essere potenzialmente utilizzati in diversi scenari di attacco. Tra questi c’è l’intercettazione di chat e il furto delle informazioni riservate”.
In questi casi, il consiglio è tanto semplice quanto efficace: prima di acquistare uno smartphone, capire sempre la fonte di provenienza e confrontarla con il prodotto ufficiale.
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