Le applicazioni pericolose possono risultare fastidiose ma a volte sono in grado non solo di essere di intralcio ma anche di prosciugare il conto e lasciare i malcapitati senza un euro. Un problema che prima era meno diffuso e che oggi, nonostante l’informazione, sembra prendere il sopravvento. Il web può essere un posto difficile da gestire, soprattutto quando si compiono delle azioni ripetute, come accedere al proprio profilo bancario, leggere una mail. Una piccola disattenzione può costare veramente caro.
I conti bancari oggi sono sempre più blindati e il motivo è semplice, le procedure per le violazioni sono sempre più efficaci e intense. Non a caso bisogna inserire il pin, il codice temporaneo, l’impronta digitale. Sono tutte prassi che permettono di affievolire la possibilità di un’intrusione con svuotamento del proprio conto. Nella maggior parte delle volte le persone sono ignare di quello che accade e non se ne rendono conto perché le applicazioni sono di uso comune e possono quindi essere facilmente confuse.
Le tecniche di raggiro variano, si va da applicazioni a pagamento, a servizi extra oppure ad email improvvise e profondamente veritiere. Un problema molto comune riguarda proprio WhatsApp, un prodotto che sicuramente ognuno di noi ha installato sul proprio telefono e che può quindi essere un veicolo molto semplice di dati privati.
App che entrano nella vostra banca online
La Threat Intelligence di NCC Group ha avvertito gli utenti in merito la cybersecurity per quello che sta accadendo. Esiste infatti, connesso a queste app, una versione di SharkBot, si tratta di un trojan bancario che accede ai vostri cookies e quindi permette di estrapolare tutte le informazioni da utilizzare per svuotare il conto. Questo è un problema che si sta diffondendo a macchia d’olio in Italia negli ultimi anni.
Prevenirlo è molto difficile, si può fare solo informazione per far sì che le persone sappiano come comportarsi al meglio. L’applicazione registra e intercetta tutti i messaggi utili per l’accesso e può anche monitorare le stesse attività. Quindi vengono rubate le credenziali e il malware è in grado di replicare tutto in modo autonomo. Questo tipo di problema si verifica soprattutto su dispositivi Android.
L’utente, ignaro, magari installa un prodotto sul proprio telefono e questo permette ai cyber criminali di fare quello che vogliono. Cosa fare quindi? Meglio dotarsi di un buon sistema per pulire e scannerizzare lo smartphone ed evitare problemi. un esempio sono Mister Phone CLeaner o Kylhavy Mobile Security che mettono in sicurezza la memoria del telefono rendendo di fatto inutilizzabili questi dati per gli utenti.