A soli sei mesi dalla nascita, Quibi è prossima al fallimento. La startup di streaming “vittima” del Coronavirus e della concorrenza agguerrita
Solamente sei mesi fa, nasceva la startup Quibi. L’obiettivo era quello di entrare nel mondo dello streaming a pagamento, con tante belle speranze e alcuni contenuti anche interessanti. Probabilmente, però, il periodo non si è rivelato dei migliori. La crisi economica legata al Coronavirus, unito alla concorrenza sempre più agguerrita, hanno portato ad un epilogo inevitabile.
La giovane impresa americana – fondata dal magnate Jeffrey Katzenberg e da Meg Whitman – chiuderà ufficialmente i battenti in questi giorni. Tramite Zoom, i due fondatori hanno brevemente informato tutti gli investitori e i dipendenti della triste decisione presa. Ben 200 persone sono state licenziate in tronco, mentre coloro che hanno investito sul progetto – alcuni nomi molto illustri – si sono ritrovati con nulla in mano.
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Quibi, da startup di successo a fallimento: cos’è successo
Entrare nel mondo dello streaming a pagamento non è di certo cosa semplice. Tra Netflix, Amazon Prime Video, Disney+ e tanti altri, riuscire a guadagnarsi la propria fetta di pubblico è sempre più difficile. Quibi ci ha voluto provare comunque, con un progetto inizialmente molto interessante e con diversi nomi illustri decisi ad investire per trarre il meglio dalla piattaforma. Dopo soli 6 mesi, l’azienda ha alzato bandiera bianca e annunciato la chiusura del servizio.
Dopo aver debuttato lo scorso aprile, la startup prometteva un servizio “on the go”, capace di offrire show brevi di cinque o dieci minuti, da vedere su gadget mobili e smartphone. L’idea poteva essere vincente, ma non ha ottenuto il riscontro del pubblico. Si tratta di uno dei fallimenti più rapidi e costosi di sempre per quanto riguarda una startup.
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