La Rai lavora al broadcasting 5G in vista della riassegnazione delle frequenze del 2022. La sperimentazione promette di sgravare il traffico locale e offrire una trasmissione ultra efficiente.
La Rai viaggia spedita verso la trasmissione dei contenuti sulle reti 5G. I test sono cominciati da tempo e hanno dato indicazioni positive. Per questo il CTO Stefano Ciccotti ha fatto sapere che viale Mazzini spingerà sull’acceleratore per sbarcare al più presto sulla rete cellulare di quinta generazione. L’idea è di utilizzare le migliori performance in termini di velocità e copertura e i costi potenzialmente minori del 5G per la trasmissione di eventi ad “alta audience” come le grandi competizioni sportive, i concerti, gli spettacoli, le prime tv, le news e in generale tutti i programmi che perderebbero valore se non fossero seguiti in diretta dagli utenti. Ma non solo.
Tra i numerosi benefici offerti dal broadcasting 5G c’è la possibilitá di decongestionare le reti locali da traffico eccessivo, migliorando di conseguenza la fruizione delle trasmissioni. Il segnale principale infatti correrà lungo la “dorsale” delle alte torri, sulle quali investirà la Rai, per poi passare il live streaming al livello locale delle torri degli operatori di rete mobile, a quel punto sgravati dal grosso del traffico.
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La sperimentazione va avanti dal 2018 con risultati promettenti. La High power high tower (HPHT) è in fase di test a Torino Eremo. La copertura va dai 10/15 km in città ai 50/60 nelle aree rurali e suburbane. In altre parole, servono meno ripetitori per coprire una superficie di territorio maggiore rispetto alle celle mobili. Si parla di una scala dalle 70 alle 225 volte più ridotta, a seconda di quale sarà la potenza di trasmissione consentita.
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La svolta dovrebbe avvenire nel giugno del 2022, ossia quando le frequenze a 700 Mhz attualmente sfruttate dal digitale terrestre verranno riassegnate al 5G. La porzione tra i 738 e i 758 Mhz dovrebbe andare proprio al broadcasting 5G. Dal 2030 lo spettro disponibile si potrebbe allargare visto che saranno libere anche le frequenze sub-700 Mhz. L’obiettivo dell’emittente di stato, sempre stando alle parole del chief technology officer Ciccotti, è il broadcasting di immancabili eventi live, programmi destinati al pubblico più giovane che fa largo uso di smartphone e tablet, e soprattutto – visto che si parla di Rai – al servizio pubblico vero e proprio, spaziando dalla didattica a distanza alle allerte per la popolazione.
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