In occasione del Safer Internet Day, la giornata mondiale per la sicurezza in rete, emergono dati preoccupanti rispetto ai reati online perpetrati nel 2020. Rispetto all’anno precedente, i casi di vittimizzazione dei minori per reati online sono aumentati del 77%.
E’ quanto emerge dai dati resi pubblici dalla Polizia Postale proprio in occasione della giornata per la sicurezza su Internet: un’impennata di casi di pedopornografia, adescamento, cyberbullismo e reati online vari.
Il fascino dell’online: genitori, attenzione ai figli!
Sicuramente il fatto che i bambini, e i minorenni in genere, siano profondamente attratti da tutto ciò che concerne il mondo dell’online, non fa che favorire il diffondersi di reati online e truffe. A metterci il carico sono tutte le nuove forme di comunicazione, che oltretutto stanno aumentando di popolarità a causa del protrarsi della pandemia. Lo sviluppo esponenziale della tecnologia, unita alla necessità di lavorare (e comunicare) online non fanno che rendere il web sempre più necessario.
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E queste sono solo alcune delle concause che la Polizia Postale sta cercando di controllare al fine di poter portare avanti un serio progetto di tutela dei minori, dai rischi che corrono sul web. Infatti è proprio il CNCPO (Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online) della Polizia Postale a portare avanti la maggior parte delle attività di lotta ai web-reati: si parla di un incremento del 132% di casi trattati, e del 90% di persone indagate.
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Nel 2020, ed è uno dei dati più preoccupanti, si sono registrati casi di adescamento soprattutto nei confronti di bambini di fascia d’età compresa tra 0 e 9 anni, con denunce pari a 41 casi. Nel 2019 le denunce erano state 26, nel 2018 “solamente” 14. Si tratta di casi che spaziano tra vari atti criminosi: produzione, detenzione e commercializzazione di violenza su minori, adescamento, cyberbullismo.
Tante bruttissime cose che, come si evince dai dati summenzionati, spesso non vengono nemmeno denunciate. Lo dice la Polizia Postale nei dati rilasciati e pubblicati, quindi il numero reale dei casi è senz’altro più alto. Purtroppo i bambini sono spesso troppo piccoli e impauriti per denunciare ai genitori stessi questo genere di accadimenti, e il crescente uso del web durante il periodo del lockdown anche da parte dei giovanissimi non fa che aumentare il rischio di tali eventi (oltre alla poca attenzione dedicata dai genitori a quanto tempo passano i loro figli sul web).
Tra le segnalazioni più frequenti, e che soprattutto sono aumentate negli anni, quelle relative a “sextortion”, ossia estorsione sessuale conseguente a uno scambio di immagini sessualmente esplicite. Ma la cosa più preoccupante, se possibile, è che se prima riguardavano principalmente giovani di età liceale e adulti, ora i casi si sono spostati nella fascia più giovane (0-13 anni)