Recensione Google Pixel 4a 5G: il meglio di Google per pochi

Abbiamo provato Google Pixel 4a 5G, smartphone Android di fascia media che si distingue per equilibrio e maneggevolezza. Peccato per le (discutibili) scelte commerciali di Google.

Recensione Google Pixel 4a 5G
La confezione di vendita di Google Pixel 4a 5G

Google Pixel 4a 5G rappresenta probabilmente lo smartphone più interessante commercializzato da Google nel 2020, giacché coniuga due fattori pressoché decisivi: non costa poi così molto se paragonato al più standardizzato Pixel 4a (disponibile anche in Italia ma dotato di una connettività “soltanto” in 4G e di un processore di scorsa generazione) e ha soprattutto il pregio di replicare (ad un listino assai più contenuto) la medesima scheda tecnica di Pixel 5, fatta eccezione per alcune mancanze che – aggiungiamo qui sin da subito – paiono effettivamente marginali o comunque trascurabili.

C’è tuttavia un problema: Google Pixel 4a 5G non può essere acquistato in Italia, alla stregua del modello più costoso. Non comprendiamo una tale scelta commerciale e rinviamo a fine articolo alcuni ragionamenti sul punto, con una evidente tirata d’orecchie a Google; in questa sede può invece rimarcarsi la validità dello smartphone in tutti i suoi aspetti salienti, e questo rende ancor più inspiegabile l’assenza dell’Italia tra i mercati in cui Pixel 4a 5G è invece disponibile e acquistabile.

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ESTETICA E DIMENSIONI

Recensione Google Pixel 4a 5G
La parte posteriore di Google Pixel 4a 5G

A sorprendere sono in primo luogo le dimensioni (153.9 x 74 x 8.2 mm). Il pannello da 6,2 pollici incastonato nella scocca costituisce infatti un ottimo biglietto da visita, specie sotto il profilo degli ingombri: pur avendo una diagonale agevole per una comoda navigazione su Internet o per la scrittura di un messaggio, lo smartphone risulta estremamente facile da riporre in tasca, offrendo altresì una maneggevolezza pressoché invidiabile, confortata anche da un peso complessivo ridotto (168 grammi).

Google non si è invero impegnata più di tanto nella ottimizzazione delle cornici (quella inferiore è, ad esempio, un po’ più pronunciata rispetto all’analoga posizionata in alto) e in tal senso ci saremmo aspettati lo stesso lavoro compiuto su Pixel 5, i cui bordi simmetrici rappresentano un indubbio fiore all’occhiello – oltre che una mera rarità – nel panorama degli smartphone Android. Tale sforzo avrebbe fatto di Pixel 4a 5G un dispositivo non soltanto maggiormente accattivante da un punto di vista squisitamente estetico, ma addirittura ancor più compatto e, più in generale, meno “anonimo”.

Apprezzabile è invece la scelta – perseguita finanche dalla concorrenza – di inserire la fotocamera frontale nell’angolo superiore sinistro del display: si tratta, in effetti, di una soluzione assai più minimale dell’ormai vetusto notch “a goccia”, considerato anche il sostanziale azzeramento di qualsivoglia problematica legata alla visualizzazione delle icone di notifica. 

Sull’estetica ci si avventura in discorsi che trascendono il campo meramente soggettivo. Quel che si può dire è che lo smartphone risulta semplice ma al tempo stesso gradevole, stante le linee coerenti e l’assenza di spigoli duri o scalini tra display e scocca utilizzati copiosamente su svariati dispositivi cinesi. Stona tuttavia il posizionamento sul retro del lettore di impronte digitali di tipo fisico, ottimo per affidabilità e precisione: Google avrebbe potuto inserirlo direttamente sotto al display (soluzione peraltro presente ormai anche su smartphone Android economici), od in alternativa sul dorsale destro, magari in abbinata al tasto di accensione. E’ vero che al lettore di impronte è abbinata la gesture (attivabile dalle impostazioni alla sezione “Sistema”, dal momento che disabilitata di fabbrica) che permette di abbassare la tendina delle notifiche, ma si tratta, ad ogni buon conto, di un accorgimento già replicato via software dal sistema operativo Android: basterà, a tale stregua, effettuare uno swipe verso il basso in un qualunque punto del display.

Volgendo lo sguardo al profilo laterale, vale invece la pena rimarcare l’ottima collocazione dei due bottoni (accensione e regolatore di volume), per l’appunto posizionati a misura per così dire d’utente e perciò facili da raggiungere e premere. 

I materiali in plastica hanno permesso a Google di ridurre il peso dello smartphone: al di là della sostanziale differenza con dispositivi dai materiali più nobili (quali, ad esempio, il metallo e il vetro), vale qui la pena sottolineare la troppa facilità della scocca posteriore a catturare ditate e sporco, rendendo ancor più impellente la necessità di utilizzare una cover. 

COMPARTO MULTIMEDIALE

Recensione Google Pixel 4a 5G
La parte frontale di Google Pixel 4a 5G

Il display costituisce un ulteriore punto di forza di Google Pixel 4a 5G, e non soltanto per le dimensioni. La qualità del pannello – di tipo OLED a risoluzione Full HD – è infatti ottima, offrendo una buona calibrazione dei colori, ma anche un ragguardevole angolo di visione e una valida luminosità all’aperto (il valore dichiarato da Google si aggira infatti sui 700 nits); altresì apprezzabile è l’ottimo trattamento oleofobico al vetro del display, seppure di tipo Gorilla Glass 3 e perciò teoricamente meno resistente ai graffi rispetto ai prodotti più recenti.

Da segnalare invece l’assenza del refresh rate a 90Hz, peculiarità quest’ultima totalmente appannaggio del più costoso Pixel 5, di concerto con la certificazione IP68 contro acqua e polvere: si tratta di una mancanza tutto sommato trascurabile (le animazioni della Pixel Experience – la personalizzazione software di Google – sono infatti pienamente godibili anche a 60Hz), anche se ad onor del vero sarebbe stato legittimo pretendere uno sforzo maggiore sul punto da parte dell’azienda americana, stante il prezzo di vendita dello smartphone e, soprattutto, delle consequenziali alternative economiche della concorrenza (il rimando va soprattutto a OnePlus Nord). Buona anche la gestione automatica della luminosità, seppure non ancora ai livelli degli iPhone e iPad di Apple.

Degno di nota è anche il comparto audio: contrariamente al fratello più costoso, Pixel 4a 5G può fregiarsi di una (tradizionale) capsula fisica, che rende più confortevole la conversazione in chiamata. Gli speaker del dispositivo sono di tipo stereo e questo offre un sonoro potente in termini di livello di riproduzione, sebbene non troppo incisivo sui bassi (ottimi invece gli alti e i medi). Apprezzabile è infine la presenza del jack audio da 3.5 millimetri.

PRESTAZIONI E AUTONOMIA

A muovere Google Pixel 4a 5G è il processore Snapdragon 765G di Qualcomm, chipset di fascia media che non fa rimpiangere le più blasonate alternative top di gamma, distinguendosi anzi per un’ottima gestione dei consumi e del calore. Lo smartphone è infatti fluido e veloce nelle varie operazioni quotidiane, mostrando tuttavia qualche incertezza – più che altro con riguardo alla GPU abbinata al processore – solamente con i giochi più impegnativi (seppure giocabili senza problemi ad un framerate più basso). Ad ogni buon conto, la maggior parte dei consumatori non scorgerà alcuna differenza di rilievo tra Pixel 4a 5G e uno smartphone top di gamma: comparato anzi a dispositivi più datati con a bordo lo Snapdragon 845 e lo Snapdragon 855, l’ultimo gioiello firmato Google si destreggia con scioltezza, evidenziando leggerissime differenze – questione di millisecondi – soltanto nei tempi di accensione e spegnimento del terminale o nel caricamento delle app più pesanti.

Pixel 4a 5G ha sei gigabyte di memoria RAM, due in meno di Pixel 5, ma anche in questo caso non si tratta di un elemento a sfavore, né tantomeno una discriminante appannaggio del modello più costoso, stante le buone performance generali di ambedue i dispositivi.

Sul fronte della connettività segnaliamo una buona ricezione della rete dati in 4G, mentre la potenza del segnale WiFi – seppur valida – non raggiunge la qualità dei dispositivi più costosi o di quelli del recente passato (a titolo esemplificativo, lo Xiaomi Mi 9), avvicinandosi piuttosto a quella di OnePlus 6, tanto per abbozzare un termine di paragone. Chiude il cerchio la presenza del Bluetooth 5.1 e della USB Type-C in versione 3.1.

Pur non avendo uno slot per l’espansione di memoria o per ospitare una seconda scheda telefonica, Pixel 4a 5G è uno smartphone dual-SIM, grazie alla tecnologia e-SIM (la scheda telefonica “virtuale” utilizzata dagli operatori più blasonati e, con riguardo ai virtuali, da Very Mobile).

Vale la pena invece segnalare l’ottimo feedback aptico utilizzato da Google sul proprio smartphone, giacché secco e preciso.

L’utilizzo di un processore più conservativo si traduce in una autonomia pressoché soddisfacente, anche grazie ad un modulo batteria da 3.800mAh: lo smartphone riesce infatti a coprire con scioltezza una giornata d’uso stress, spingendosi addirittura a due giorni in presenza di utilizzo un po’ più blando. Manca la ricarica wireless (peculiarità per inciso appannaggio di Pixel 5), mentre in confezione è presente un caricatore da 18W: anche in questo caso il produttore di Mountain View avrebbe potuto osare un po’ di più, stante anche le soluzioni della concorrenza (si pensi alla Warp Charge 30W di OnePlus Nord).

FOTOCAMERA

Recensione Google Pixel 4a 5G
Il comparto fotografico di Google Pixel 4a 5G

La fotocamera dei Pixel costituisce da sempre un evidente punto di forza e in tal senso Pixel 4a 5G non si discosta troppo con la tradizione. Il sensore principale da 12 megapixel (apertura focale f/1.7) è d’altronde lo stesso del passato e pertanto mutua i molteplici pregi dei diretti predecessori, anche grazie ad un software pressoché inappuntabile. Gli scatti sono infatti ottimi in ogni condizione di luce, con particolare menzione degli interni e degli scenari di scarsa illuminazione, fattori per inciso da sempre preponderanti del comparto fotografico degli smartphone di Google. A sorprendere è tuttavia la facilità di scatto (sulla falsariga degli iPhone di Apple e dei Galaxy top di gamma di Samsung), unitamente ad una applicazione ben congegnata per immediatezza e intuitività: anche i meno esperti saranno in grado di tirar fuori scatti di un certo calibro, senza dover cestinare eventuali foto mosse o con sbavature. Ottimo infine il bilanciamento dei colori, la gestione della vividezza e la definizione (in special modo di giorno), mentre costituisce un indubbio fiore all’occhiello la modalità notturna. Molto potente, peraltro, il flash LED.

A differenza del fratello minore Pixel 4a, il modello più economico degli smartphone 5G di Google è dotato di un sensore ultra grandangolare da 16 megapixel con apertura focale f/2.2: di concerto con la buona la qualità generale – seppure non comparabile con il modulo principale – vale più che altro la pena rimarcare le diverse possibilità di scatto offerte agli utenti, che potranno così realizzare foto artistiche e di maggiore impatto.

Con riguardo ai video, segnaliamo una buona stabilizzazione. La fotocamera frontale è invece da 8 megapixel: discreta la qualità, ma ci saremmo aspettati passi in avanti rispetto ai precedenti smartphone di Google.

SOFTWARE

La Pixel Experience suggella le qualità offerte da Google Pixel 4a 5G. Si tratta di un software aggiornatissimo (le patch di sicurezza vengono rilasciate a cadenza mensile, mentre le future versioni di Android promesse da Google sono ben tre, sulla falsariga degli smartphone Samsung top di gamma), peraltro impreziosito da una cura maniacale nelle animazioni – sempre coerenti – e nell’ottimo mix di suoni e feedback tattile impiegati per qualsivoglia operazione. Il software è Google-centrico, nel senso che condensa tutto il meglio delle app del colosso di Mountain View, più qualche aggiunta (tra cui l’app Files, quella dedicata ai consigli per utilizzare al meglio il Google Pixel, Google One, Podcast e Recorder). Immancabile la presenza dell’assistente vocale Google Assistant (richiamabile anche mediante uno swipe dagli angoli inferiori dello smartphone) e il riconoscimento automatico delle canzoni – con consequenziale annotazione del titolo e dell’autore del brano – riprodotte “nell’aria”. Alcune funzionalità sono inoltre distintive e ben apprezzate, come la condivisione nelle vicinanze per poter trasferire file con un altro dispositivo Android (sulla falsariga di AirDrop di Apple) e la selezione del testo da qualsiasi immagine e file.

Manca il doppio tap per accendere il display, ma l’assenza di tale funzione è soppesata dalla possibilità di “risvegliare” lo smartphone sollevandolo frontalmente. Invece, in una prospettiva futura suggeriamo a Google l’implementazione di alcune aggiunte già in voga sui dispositivi della concorrenza: il rimando va soprattutto alla clonazione delle applicazioni di messaggistica e social e il doppio tap per spegnere il display.

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CONCLUSIONI

Arriviamo dunque alle battute finali della recensione di Google Pixel 4a 5G e il giudizio non può che essere positivo. Lo smartphone eccelle su tre fattori salienti (fotocamera, display e autonomia), mostrando tuttavia un equilibrio pressoché inappuntabile anche con riguardo ai restanti comparti. In una sola parola, Pixel 4a 5G è probabilmente il miglior smartphone di fascia media presente finora sul mercato. Tali considerazioni amplificano perciò l’amarezza per le scelte commerciali compiute dal gigante di Mountain View: non basta tagliar fuori alcuni dispositivi (come per l’appunto Pixel 4a 5G) in quei mercati poco incisivi in termini di vendite (ivi compreso l’Italia), ma si dovrebbe piuttosto elaborare un piano strategico per incrementare il portafoglio di consumatori intesi nella loro globalità.

A tale stregua, Google dovrebbe perciò focalizzare l’attenzione soprattutto sulla commercializzazione dei suoi terminali: l’assenza su Amazon (quantomeno in termini di qualità di offerte dedicate ai Google Pixel) e nei principali negozi di elettronica, unitamente ad un programma marketing pressoché inesistente (a differenza di territori come il Regno Unito e gli Stati Uniti, luoghi per inciso dove i Pixel sono invece conosciuti e apprezzati) costituiscono fattori di evidente impatto sulla diffusione degli smartphone di Google in Italia.

Ed è un peccato, giacché Google Pixel 4a 5G è uno smartphone piacevolissimo da utilizzare, anche a dispetto delle alternative più costose e blasonate. I consumatori italiani che intendono acquistare il dispositivo dovranno pertanto volgere lo sguardo altrove, a meno di importare il prodotto dall’estero, con tutto ciò che ne consegue in termini di incremento dei costi e di difficoltà di acquisto (ci riferiamo soprattutto alle complicate procedure di forwarding nel caso di ordini effettuati presso il Google Store tedesco o su MediaMarkt, e-commerce per inciso dove Pixel 4a 5G è sovente in promozione). 

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