Durante il conclave i cardinali dovranno sottostare a rigide regole che se infrante comporteranno addirittura la scomunica, ma queste regole prevedono anche qualcosa riguardo i cellulari?
La scomparsa di Jorge Bergoglio – Papa Francesco – ha lasciato un senso di profondo lutto non solo tra i fedeli ma nel mondo intero. Il pontefice si è sempre distinto per un modo trasparente di comunicare le decisioni della Chiesa, ma anche per una semplicità e un’attinenza al verbo che spesso nei secoli si è persa.
Sebbene fosse portatore delle istanze e delle regole secolari dell’istituzione di cui era a capo, sin dall’inizio Francesco ha rotto con le tradizioni più vetuste e cercato di avvicinarsi al popolo, ha rifiutato sfarzi e privilegi, ha accolto i fedeli e mitigato la contrapposizione ferrea della Chiesa su posizione a lungo dibattute (divorziati, omosessuali, atei), facendo passare il messaggio che Dio tiene ad ogni persona e che la cosa più importante è essere buoni nei confronti del prossimo.
Una figura così amata e così vicina al popolo sarà difficile da sostituire non solo come immagine, ma anche come spessore nei ricordi e nei cuori dei fedeli e del resto del mondo. Ciò nonostante andrà fatto e le regole prevedono che il conclave – termine latino che indica la clausura (letteralmente cum clave, ovvero con chiave) – si svolta tra il tredicesimo ed il ventesimo giorno successivo alla morte del pontefice.
Sarà l’inizio di un lungo consiglio, in cui i cardinali saranno chiamati a votare il successore di San Pietro, trovare un accordo su chi possa essere il sostituto ideale di Papa Francesco e possa gestire gli eventi prossimi, tra cui ovviamente l’importantissimo Giubileo che si terrà a breve.
Le regole del conclave: che fine fanno i cellulari?
Il conclave è nato nel 1271 a Viterbo, in un’epoca in cui la Chiesa si trovò senza vicario di Cristo per ben tre anni ed in cui si rese necessario organizzare un consiglio a porte chiuse per eleggere il nuovo Pontefice. Da quel momento in poi, ciò che era stato fatto per necessità divenne una regola e successivamente un rito vero e proprio.
L’elezione del Papa dev’essere una scelta ponderata da parte dei massimi esponenti della Chiesa cattolica, qualcosa che va fatto senza condizionamenti esterni, senza tattiche, campagna elettorale e strategie, poiché, almeno in teoria, a scegliere il vicario di Cristo sulla terra non è l’essere umano, ma lo Spirito Santo che si posa sui cardinali chiamati a decidere.
Difficile dire quanto tempo ci vorrà, dato che più volte c’è stata indecisione, ed anzi questa è la prassi in questi casi. Perché l’elezione avvenga il candidato scelto deve avere una maggioranza dei due terzi, ma dal 1996 – per volontà di Giovanni Paolo II – dopo la trentesima votazione basta anche la maggioranza semplice.
Questa regola è stata presa per velocizzare la decisione quando i cardinali sono in disaccordo. Medesimo motivo per cui Benedetto XVI stabilì che dalla trentaquattresima votazione in poi si può procedere al ballottaggio. Tutto questo processo viene portato avanti nel più stretto riserbo, i 133 cardinali chiamati a votare si trasferiranno a Casa Santa Marta e dovranno interrompere i contatti con l’esterno finché non verrà annunciata la decisione con la fumata bianca.
In questo periodo di tempo è severamente vietato comunicare con l’esterno e fornire qualsiasi informazione (pena scomunica), ma anche accordarsi con gli altri cardinali e mettere in atto strategie per fare vincere un candidato (anche questo comporta scomunica), al fine di evitare che possano essere fughe di notizie, durante tutto il periodo i cellulari e i PC saranno banditi.