Resilienza Huawei: sviluppa una fotocamera 3D per la cura del viso e della pelle

Non è facile rimanere competitivi con una spada di Damocle sulla testa. Eppure Hauwei sta sopravvivendo alla grande nel settore degli smartphone, nonostante le pesantissimi restrizioni statunitensi, figli dell’era Trump presidente degli USA.

La società di Shenzhen impegnata nello sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti, di sistemi e di soluzioni di rete e telecomunicazioni sta cercando di sviluppare ulteriormente il suo smartphone pieghevole, dotandolo di una fotocamera 3D in grado di analizzare viso e pelle di un utente, per prevenire malattie epidermiche, o tenere sotto controllo, per esempio, gli eventuali nei.

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Huawei P50 Pocket – Adobe Stock

Huawei ha dotato il P50 Pocket di un display a copertura rotonda, che può essere utilizzato anche come specchio intelligente. È disponibile una modalità di rilevamento della protezione solare. Una volta attivato, il telefono misura se è stata applicata una quantità sufficiente di crema solare sul viso e se è distribuita uniformemente.

Un sistema a tripla fotocamera in grado di acquisire immagini facciali 3D

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Tripla camera per il Huawei P50 Pocket – Adobe Stock

Lo smartphone cinese può anche rilevare se il trucco è stato rimosso correttamente. Per renderlo possibile, è stata integrata una fotocamera iperspettrale da 32 MP. Soltanto un punto di partenza, visto che Huawei abbia idee ancora più creative per il futuro.

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Il colosso che deve i suoi natali a Ren Zhengfei che l’ha fondato nell’ormai lontano 1987 ha appena depositato un brevetto, rivelato da letsgodigital, per la tecnologia delle fotocamere che dovrebbe consentire di analizzare la struttura del viso e della pelle.

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Si tratta di un brevetto depositato da Huawei Technologies presso l’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI) nel luglio 2021. La documentazione di 43 pagine intitolata “Metodo di analisi dell’aspetto e dispositivo elettronico” è stata approvata a dicembre e approvata a fine gennaio, a testimonianza dell’importanza che riveste per l’azienda cantonese.

La documentazione menziona proprio di un sistema a tripla fotocamera in grado di acquisire immagini facciali 3D al fine di eseguire un’analisi facciale accurata. Per renderlo possibile, la prima e la seconda telecamera sono posizionate perpendicolarmente l’una all’altra. La terza telecamera è posizionata in mezzo, con la distanza tra la prima e la seconda telecamera uguale.

Si tratta di un cosiddetto brevetto di utilità, il che significa che Huawei può implementare la tecnologia in diversi modi. Come? Integrando una fotocamera in un telefono a conchiglia, proprio come il suo pieghevole 50 Pocket, anche se la base è uno smartphone standard.

Huawei potrebbe decidere di farne un accessorio opzionale, come una sorta di specchio intelligente, per usarlo in modo indipendente ma in sintonia con il cellulare stesso. Per il momento rimane sconosciuto se Huawei renderà effettivamente disponibile la funzionalità brevettata in futuro. Ma per sopravvivere nel mondo della tecnologia con quella spada di Damocle, serve tutto.

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