Ormai il 5G è diventato realtà anche in Italia, ma siamo ancora alle battute iniziali. Stando a quanto riferisce il CEO di BAI Communications Italia, nei prossimi due anni ci saranno cambiamenti sostanziali
Secondo gli ultimi dati raccolti dall’Osservatorio 5G della Commissione europea, ad oggi il segnale 5G sarebbe riuscito a raggiungere il territorio in Italia per il 99,7% del totale. Numeri piuttosto importanti, sebbene non in modalità standalone e a velocità che non sono riuscite a raggiungere il picco previsto.
Va detto che, nell’ultima rilevazione, si parlava di un 40%. A simboleggiare il fatto che sono stati già fatti passi da gigante, ma siamo ancora all’inizio. Stando a quanto raccontato dal CEO di BAI Communications Italia Luca Luciani, infatti, entro due anni il Belpaese potrà avere una rete 5G che potrà impattare nella vita di tutti i giorni in maniera ben più incisiva.
Il ruolo principale di BAI Communications Italia è quello di sviluppare neutral host. In parole povere, collaborazioni continue con operatori, distretti industriali, aree commerciali, uffici pubblici e amministrazioni locali col fine ultimo di portare a miglioramenti nella connettività del nostro Paese. “Vogliamo sviluppare una rete a beneficio di tutti e condividere le infrastrutture di rete per far fare un salto generazionale alle reti di telecomunicazione. Ma perché ci sia un salto tecnologico bisogna rimettere mano agli investimenti, modernizzare e ripensare la rete. Il 5G, nel caso specifico, ha bisogno di capillarità e di tantissime antenne” ha spiegato Luca Luciani.
Entro due anni, dovremmo iniziare a vedere con mano i miglioramenti apportati da una rete così performante come il 5G. A partire dalla mobilità, con la possibilità di fare re-routing del traffico per evitare congestioni dovute alle automobili. Oppure sui treni veloci e ultraveloci. E poi novità importanti per le aziende, negli stadi, negli aeroporti e nelle stazioni. Ultimo ma non ultimo tema del quale si è parlato, la protezione dei dati. “Le reti aperte wifi sono vulnerabili. Se il catalogo di un prodotto viene “sniffato, come si dice tecnicamente, e venduto a un produttore asiatico, lui si trova il campionario del prossimo autunno. Se l’esigenza è quindi la protezione dei dati il 5G è massimamente tutelato” ha concluso Luciani.
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