Analisti tutti convinti, nuova rivoluzione in atto per gli smartphone: i display si potranno riparare da soli. L’interessante report.
Dagli Star-tac al touch, passando per i mini smartphone, i pieghevoli e gli arrotolabili. L’evoluzione dei cellulari nel nuovo millennio è stata epocale. Ormai non si contano più le migliorie apportate nel dispositivo più utilizzato al mondo.
Ma la tecnologia non si ferma mai. Così, mentre i colossi della telefonia fanno a gara sviluppare le funzionalità lato software per i loro sistemi operativi, all’orizzonte si intravede una nuova frontiera.
Sì perché l’ultimo report di CCS Insight, una delle più importanti azienda che si occupa di ricerche di mercato, prospetta un’autentica rivoluzione per gli smartphone, che potranno risolvere uno degli incubi maggiori di un utente: la rottura del display.
Smartphone con display auto-riparanti: Motorola, LG e Apple hanno già il brevetto
Nei prossimi cinque anni i londinesi di CCS Insight prevedono che gli smartphone con display autoriparanti potrebbero iniziare ad apparire sul mercato. Come è possibile? Il segreto, o meglio ancora la chiave per questo clamoroso step sarebbe nei “nano-rivestimenti” che reagisce ai graffi, creando nuovo materiale per riempire le imperfezioni dopo l’esposizione all’aria. La tecnologia, che deve ancora vedere l’adozione di massa nei telefoni, funzionerebbe su piccoli graffi estetici e non su schermi frantumati.
Molte aziende di cellulari ci stanno lavorando da decenni su questi nano-rivestimenti, basti pensare che LG nel 2013 ha introdotto lo smartphone G Flex, dotato di una tecnologia di autoriparazione non rivelata. Non solo. Motorola ha brevettato un concetto di schermo autorigenerante utilizzando un “polimero a memoria di forma” che risolve il problema da solo, in pratica, quando il cellulare è esposto al calore. Perfino Apple aveva rilasciato un brevetto nel quale si stava pensando a un iPhone pieghevole con una copertura del display che si sarebbe riparato da solo, in caso di danneggiamento. “Non è fantascienza, può essere fatto”. La conferma del report di CCS Insight arriva anche per bocca di Wood, in una recente intervista concessa alla CNBC. La sfida più grande – ammette – sia sarà quella di essere all’altezza delle aspettative”.
Certo, tra il dire e il fare c’è di mezzo un mare di criticità. Le aziende stanno investendo molto nella ricerca e sviluppo per garantire migliorie per i nuovi dispositivi, ma sono necessari ingenti somme di denaro per commercializzare e vendere i telefoni in grado di autoripararsi, lato display. Il problema sarà quello di arrivare a capire fino a che punto il danno può essere riparato, fino a dove ci si potrà spingere. Ma la deadline del 2028 è segnata.