Wikipedia è diventato un punto di riferimento per tutti come enciclopedia libera e gratuita consultabile comodamente online, ma è stata al centro di una vicenda caos. Sarà la fine dell’enciclopedia online?
Facile, veloce, intuitiva e con tantissime voci per poter verificare dettagli e anche cose che non conosciamo assolutamente. Qualunque voce, è sempre lì, pronta a fare chiarezza. 
Basta una ricerca, digitando una qualunque parola e tra le prime cose che ci appariranno ci sarà proprio Wikipedia. Tuttavia non ovunque è molto apprezzata, proprio per la sua spinta alla libertà e al sapere collettivo che viene curato dagli utenti stessi.
Addio a Wikipedia
Nel tempo ci sono stati tanti problemi, c’è chi non la ritiene una fonte attendibile, chi invece la trova uno strumento che può essere utilizzato in qualche modo strano e quindi c’è anche una certa tensione su quello che si può o non si può fare.
Molto più duro in questo caso l’attacco del Pakistan che ha deciso di rimuovere Wikipedia perché considerato un sito contenente materiale blasfemo. Secondo infatti il Paese si tratterebbe di un sito internet che va a minare i sentimenti dei musulmani. Così era stato richiesto di rimuovere delle pagine con un ultimatum di due giorni.
Wikipedia non l’ha fatto e quindi il governo ha scelto di tagliarlo immediatamente perché ritenuto offensivo e blasfemo. Questa è un’accusa molto rigida in un paese islamico, i giudici possono anche imporre la pena di morte.
La dura legge del controllo online
Non è la prima volta che accade qualcosa di insolito, già il Pakistan aveva limitato TikTok e Youtube nel 2020 e nel 2021 per il materiale condiviso ritenuto offensivo. Solo quando i video sono stati rimossi, è stato reintegrato l’utilizzo nel Paese. In particolare si trattava di caricature del profeta Maometto che i musulmani considerano come blasfemia. 
Al momento ci sono trattative in corso con Wikipedia, potrebbe essere revocato il divieto, ma tutto dipenderà dalle intenzioni dell’enciclopedia. Per ora i cittadini dicono ufficialmente addio al sito internet che è stato chiuso e quindi non è utilizzabile. Forse in futuro, se accetteranno di cancellare ciò che viene ritenuto inopportuno dal governo, il divieto di uso sarà rimosso e sarà integrata nuovamente.
Una situazione molto delicata in quanto è diventato un braccio di ferra di potere tra due fazioni opposte, non è chiaro quanto effettivamente siano disposti a scendere a compromessi poiché il Pakistan più che parlare di un accordo vuole la cancellazione di tutto quello che non ritiene plausibile all’interno dei testi.