Lo scandalo sulle intercettazioni negli States non si placa e la posizione di Edward Snowden, il giornalista del Guardian che ha svelato il sistema di controllo da parte degli USA, si complica ulteriormente e il rischio che le sue rivelazioni possano
Lo scandalo sulle intercettazioni negli States non si placa e la posizione di Edward Snowden, la talpa del Guardian che ha svelato il sistema di controllo delle comunicazioni da parte degli USA, si complica ulteriormente, con il rischio sempre più concreto che le sue rivelazioni possano mettere a repentaglio la sua libertà personale e professionale.
Molti di voi si staranno chiedendo perché sto parlando di un tema del genere in un sito come Cellulari.it, che si occupa prevalentemente di telefonia mobile: ebbene, in questi giorni si era fatta sempre più insistente la notizia secondo cui gli utenti Apple, in particolare i possessori di iPhone e iPad, sarebbero stati coinvolti nelle intercettazioni del governo statunitense, insieme anche ad altri importanti aziende, come Facebook, Yahoo e Microsoft.
Ma la casa di Cupertino ha deciso di intervenire direttamente nella vicenda, prendendo le distanze con un comunicato ufficiale. Gli amici del sito Internet italiano iSpazio, dedicato proprio al mondo Apple, hanno pubblicato proprio oggi la dichiarazione integrale. Ecco alcuni passi:
“In primo luogo abbiamo sentito parlare del programma governativo PRISM solo quando le agenzie di stampa ci hanno chiesto spiegazioni al riguardo lo scorso 6 giugno. Noi non forniamo ad alcuna agenzia governativa l’accesso diretto ai nostri server e qualsiasi richiesta legata ai dati della clientela da parte di una qualsiasi agenzia governativa deve ottenere un ordine dal tribunale”.
Sul resto del comunicato, Apple informa sul numero delle richieste pervenute da dicembre 2012 a maggio 2013, spiegando anche le motivazioni più comuni che giustificherebbero l’accesso ai dati dei privati, come:
indagini penali;
questioni di sicurezza nazionale;
rapine e altri reati;
ricerca di bambini scomparsi;
localizzazioni di pazienti con morbo di Alzheimer;
evitare situazioni di rischio della sicurezza personale degli utenti (ad esempio possibili suicidi).
Il team Apple valutadi volta in volta le richieste e “solo se necessario, recuperiamo e consegnamo l’insieme più stretto possibile delle informazioni alle autorità”. Insomma, la Mela morsicata non ci sta e riconferma la sua priorità riguardo alla tutela dei dati personali della propria utenza. Ci sono, inoltre, alcune informazioni che non vengono fornite ad alcuna agenzia, governativa e non, come ad esempio le comunicazioni iMessage e FaceTime (protette da crittografia end-to-end), che solo il mittente e il destinatario delle comunicazioni potranno vedere e leggere (neppure Apple può decifrare i dati).
Apple ribadisce, inoltre, di non memorizzare alcun dato relativo alla localizzazione dei clienti, alle ricerche sulle mappe o alle richieste effettuate tramite l’assistente vocale Siri. Il colosso informatico conclude il comunicato affermando che “continueremo a lavorare duramente per trovare il giusto equilibrio tra la soddisfazione delle nostre responsabilità legali e la protezione della privacy dei nostri clienti, come si aspettano e meritano”.